In queste ore è venuto fuori che circa sette anni fa Intel ha avuto la possibilità di acquistare una quota di OpenAI, allora una neonata organizzazione di ricerca senza scopo di lucro che lavorava in un campo poco conosciuto chiamato intelligenza artificiale generativa. L’accordo tuttavia non si è finalizzato.
La poca lungimiranza di Intel ha fatto saltare l’accordo con OpenAI
Per diversi mesi nel 2017 e nel 2018, i dirigenti delle due società hanno discusso varie opzioni, tra cui Intel che acquistava una quota del 15% per 1 miliardo di dollari in contanti, hanno detto tre delle persone informate dei fatti. Hanno anche discusso che Intel avrebbe preso un’ulteriore quota del 15% in OpenAI se avesse prodotto hardware per la startup al prezzo di costo.
Intel però alla fine ha deciso di non concludere un accordo, in parte perché l’allora CEO Bob Swan non pensava che i modelli di intelligenza artificiale generativa sarebbero arrivati sul mercato nell’immediato futuro e quindi avrebbero ripagato l’investimento del produttore di chip. OpenAI era interessata a un investimento da parte di Intel perché avrebbe ridotto la loro dipendenza dai chip di Nvidia e avrebbe consentito alla startup di costruire la propria infrastruttura. L’accordo è saltato anche perché l’unità del data center di Intel non voleva realizzare prodotti a prezzi di costo.
La decisione di Intel di non investire in OpenAI, che ha lanciato l’innovativo ChatGPT nel 2022 che ha portato la sua valutazione a circa 80 miliardi di dollari (e di recente ha anche lanciato la sfida a Google con un motore di ricerca basato sull’IA), non è stata precedentemente resa pubblica. Questa è stata una delle diverse decisioni errate prese da Intel nel XXI secolo, portandola dall’essere all’avanguardia nei chip per computer negli anni ’90 e 2000 a un’azienda di secondo piano.
La scorsa settimana, gli utili del secondo trimestre di Intel hanno innescato un calo del prezzo delle azioni di oltre un quarto del suo valore nel suo peggior giorno di contrattazione dal 1974. Per la prima volta in 30 anni, la società tecnologica vale meno di 100 miliardi di dollari. L’ex boss del mercato, il cui slogan di marketing “Intel Inside” ha rappresentato a lungo il gold standard della qualità, sta ancora lottando per immettere sul mercato un prodotto di chip AI di successo.