Da ormai 40 anni a questa parte è Nintendo che “monopolizza” il successo dei platformer con il suo franchise di Super Mario. Tuttavia, alle volte sul mercato arriva una chicca inaspettata da un paio di sviluppatori indie che rivoluziona il concetto e lo stile a cui siamo abituati. E questo è il caso di Celeste, platformer 2D rilasciato nel 2018 che ha preso il mercato di petto ottenendo un enorme successo sia per quanto riguarda la critica che per quanto riguarda le vendite.
Un po’ Super Meat Boy e un po’ Super Mario, Celeste è un gioco che ha fatto la storia ed è stato acclamato in lungo e in largo.
Madeline e la montagna da scalare
Ognuno ha la propria montagna da scalare. In Celeste quella montagna è sia figurata che letterale. Giochi nei panni di Madeline, determinata a raggiungere la vetta della Celeste Mountain, un labirinto di fosse di spuntoni, hotel fatiscenti, monumenti inquietanti e un tempio molto inquietante.
Celeste
Di tanto in tanto, mentre giocavo a Celeste, mi sentivo stordito perché mi concentravo così tanto su una sequenza di salti che richiedevano un tempismo preciso e una pressione perfetta dei pulsanti che dimenticavo che l’ossigeno era una cosa di cui il mio corpo aveva bisogno. Provando, fallendo e riprovando, avvicinandomi ogni volta un po’ di più, ho lasciato che la bellissima grafica e la musica adattativa del titolo Celeste – insieme alla storia appassionata e riconoscibile lì raccontata – mi trascinassero completamente.
Nonostante all’inizio sembri l’ennesimo platform 2D pixel-art retrò, Celeste sorprende in tanti modi diversi. Dal momento in cui ho fatto il mio primo salto, mi sono innamorato del modo soddisfacente in cui la sua protagonista, Madeline, si muove: subito dopo mi sono innamorato altrettanto del mondo affascinante in cui vive.
Sebbene l’avventura inizi in modo relativamente semplice – salta questo divario, afferra questa sporgenza, raccogli questo oggetto da collezione – la montagna presto è all’altezza della sua fattura ultraterrena rivelando i problemi di salute mentale di Madeline.
La sua ansia e depressione sono personificate in una versione alternativa di lei, chiamata semplicemente Parte di Me, che esiste esclusivamente per mettere dubbi nella sua mente, per confonderla e per dirle che non può avere successo. Ciò avviene sia nei dialoghi che nel gameplay. Tuttavia, Parte di Me non lo fa per ripicca: sostiene che sta cercando di salvare Madeline da quella che percepisce come morte certa. Dopo tutto Madeline non è una scalatrice.
Madeline incontra altri personaggi lungo il percorso i cui problemi si manifestano nel gioco come prigioni fisiche da cui devi scappare o nemici da sconfiggere. Raramente i giochi legano insieme temi e meccaniche così bene. Combinati con un livello di difficoltà a volte paralizzante, accentuano la sensazione che tu, il giocatore, stai lottando per conto tuo, oltre a migliorare il tuo livello di empatia nei confronti di Madeline. Vederla soffrire è difficile da gestire, ed è impossibile vederlo accadere senza pensare ai propri problemi, ma questo, oltre alla brillante fusione tra gameplay e narrativa, è ciò che rende Celeste così emotivamente potente.
Celeste mi ha anche colto di sorpresa con una storia rilevante ed emozionante sulle pressioni della vita moderna. Ciò che è notevole è che la storia non viene raccontata in sottofondo o sovrapposta all’azione con continue interruzioni, ma si fonde perfettamente e attentamente nel design dei livelli utilizzando sia temi sottili che conversazioni esplicite. Ciò è particolarmente sorprendente in un genere non noto come veicolo di messaggi così delicati.
Il gameplay di Celeste
Celeste è prima di tutto un platform di precisione sulla scia di Super Meat Boy o VVVVVV, una sorta di miscela dei due, in realtà. È anche il miglior platform di precisione.
A dire il vero, e mi sento quasi in colpa ad ammetterlo, ma per poco non passavo sopra a Celeste. Oh, sembrava abbastanza affascinante, ma mi sembrava che l’intera tendenza del “platform ultra difficile” fosse un po’ esagerata. Sono passati 14 anni in cui ognuno di noi ha quasi perso ogni speranza con Super Meat Boy, con molti titoli che hanno provato ad imitare (o addirittura aumentare) la difficoltà ma senza mai catturare veramente la stessa sensazione. E sicuramente non facendo avanzare il genere in alcun modo significativo.
Quindi dire che Celeste è meccanicamente perfetto è l’ultimo dei miei complimenti. Ed è meccanicamente perfetto, o quasi abbastanza da rendere insignificanti i suoi difetti. La semplicità lascia il posto alla profondità. Come giocatore, hai accesso solo a quattro azioni reali: correre, saltare, un dash (breve scatto che ti consente di cambiare direzione a mezz’aria) e la capacità di scalare i muri per un breve periodo di tempo.
Celeste mescola e remixa queste semplici azioni in dozzine di modi. È uno dei set di livelli più difficili a cui abbia mai giocato, con ogni livello che introduce rischi ambientali e ogni schermata una sfida unica.
Ad esempio, una delle prime aree è piena di una strana sostanza appiccicosa illuminata dalle stelle che ti consente di attraversarla e portare slancio dall’altra parte, purché ci sia un altro lato. Se la sostanza appiccicosa si appoggia contro un muro, invece di uscire in sicurezza dall’altra parte rimarrai intrappolato all’interno. Calcola un’altra morte.
Un’altra area è afflitta da venti mutevoli, che alternativamente ti spingono attraverso enormi varchi e poi frenano il tuo slancio in avanti. Una terza serie di livelli è avvolta nell’oscurità, con i pericoli vengono illuminati solo a metà del salto.
Se c’è uno svantaggio, è che queste aree non sempre si collegano perfettamente, e in effetti il “retroscena” della montagna è un miscuglio di contraddizioni e pensieri a metà.
Conclusioni
Avendo avuto la bravura (e la pazienza) di finire il gioco in 10 ore (un po’ più di quanto previsto da HowLongToBeat), ho potuto apprezzare ogni minima cosa che caratterizza Celeste. E senza dubbio è un gioco che rivisiterà in futuro (quando la tipica frustrazione dei platformer 2D sarà scemata).
La mia esperienza con Celeste ha ruotato intorno alla versione per PC (non ha risorse esose, tanto che l’ho giocato su un mini PC) ma il titolo è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Nintendo Switch.
Tra l’altro, in questi giorni Celeste ha compito ufficialmente 6 anni e gli sviluppatori hanno rilasciato uno speciale DLC gratuito con grafica in 3D.