La causa di Epic Games contro Google ha avuto un’affluenza molto diversa rispetto alla battaglia in tribunale con Apple. Una giuria federale si è schierata dalla parte dello sviluppatore di videogiochi e ha ritenuto che Google effettivamente viola le leggi antitrust statunitensi per quanto riguarda il modo in cui gestisce il Play Store.
Secondo The Verge, la giuria ha concordato all’unanimità che Google detiene un monopolio illegale sulla distribuzione di app e sui servizi di fatturazione in-app per dispositivi Android. Inoltre, ha ritenuto anticoncorrenziali gli accordi di distribuzione della società con altre società di videogiochi, nonché gli accordi con i produttori di dispositivi per preinstallare le sue app sui dispositivi Android.
Nella sua denuncia, Epic ha affermato che Google aveva silenziosamente pagato agli sviluppatori di giochi centinaia di milioni di dollari per rendere i loro titoli scaricabili dal Play Store in un’iniziativa originariamente nota come “Project Hug”. Ha affermato che la società aveva pagato Activision Blizzard 360 milioni di dollari per abbandonare i suoi piani di creare un app store concorrente, cosa che lo sviluppatore del gioco ha successivamente negato. Google, che secondo Epic ha ideato il programma di incentivi dopo aver rilasciato Fortnite al di fuori del Play Store, avrebbe anche siglato accordi simili con Nintendo, Ubisoft e Riot Games.
Google aveva persino cercato di acquisire Epic Games per mettere le mani su Fortnite.
La giuria è giunta alla conclusione che Epic Games è stata influenzata negativamente dalle azioni di Google, ma non sappiamo ancora come la sua vittoria cambierà le pratiche di quest’ultima. In una dichiarazione pubblicata su X, il CEO di Epic Games, Tim Sweeney, ha affermato che il tribunale inizierà a “lavorare sui rimedi” a gennaio.
Il giudice James Donato, che supervisiona il caso, deciderà se ordinare a Google di dare agli sviluppatori la libertà di introdurre i propri app store e sistemi di fatturazione per i dispositivi Android.
Nel caso della causa intentata da Epic contro Apple, la corte ha stabilito che il produttore di iPhone non ha violato le leggi antitrust statunitensi, ma ha ordinato alla società di consentire agli sviluppatori dell’App Store di indirizzare i clienti attraverso sistemi di pagamento di terze parti.
Google, tuttavia, non intende arrendersi senza combattere. Wilson White, vicepresidente di Google per gli affari governativi e le politiche pubbliche, ha dichiarato a Engadget che la società intende contestare il verdetto. “Android e Google Play offrono più scelta e apertura rispetto a qualsiasi altra importante piattaforma mobile“, ha affermato White. “Il processo ha chiarito che competiamo ferocemente con Apple e il suo App Store, così come con gli app store su dispositivi Android e console di gioco. Continueremo a difendere il modello di business Android e resteremo profondamente impegnati nei confronti dei nostri utenti, partner e del mercato in generale.”