Google Bard ha acquisito una manciata di nuove funzionalità nell’ultimo round di aggiornamenti del chatbot AI, tra cui una conoscenza linguistica ampliata, controlli di risposta più sfumati e la capacità di rispondere vocalmente oltre al testo.
Ma cosa più importante per noi, l’IA può ora conversare in quasi quattro dozzine di lingue, fra cui arabo, cinese, tedesco, italiano, hindi e spagnolo. Questo fa il paio con la disponibilità ampliata al Brasile e a “tutta l’Europa”, Jack Krawczyk, Bard Product Lead e Amarnag Subramanya, VP of Engineering di Bard, ha scritto in un post sul blog. Evidentemente l’azienda è certa che l’attuale implementazione non sia più in conflitto con le regolamentazioni sulla privacy in Europa.
“Man mano che nel tempo portiamo Bard in più regioni e lingue, continueremo a utilizzare i nostri principi di intelligenza artificiale come guida, a incorporare il feedback degli utenti e ad adottare misure per proteggere la privacy e i dati delle persone“.
Google Bard adesso fornisce risposte vocali
Bard ora parla letteralmente. Gli utenti avranno la possibilità di leggere o ascoltare le risposte generate dall’intelligenza artificiale, che secondo Krawczyk e Subramanya saranno di grande aiuto quando gli utenti vorranno ascoltare la pronuncia corretta delle parole in quelle 40 lingue appena aggiunte.
Tutte le funzionalità presenti in Google Bard per la lingua italiana sono riassunti in questo articolo di supporto. Per accedere alle funzionalità di Bard, vi basterà visitare la pagina web dedicata, sia da smartphone che da desktop.
Agli utenti sono stati inoltre offerti controlli più solidi su quanto sarà amichevole Google Bard con cinque diverse opzioni per il tono dell’IA: semplice, lungo, breve, professionale o casual. Per il momento sono disponibili solo su richieste in lingua inglese, ma la società sta già lavorando per espanderlo a più di 40, “presto”.
Il chatbot ha anche alcuni nuovi fantasiosi occhi multimodali, acquisendo la capacità di interpretare le immagini rilasciate nella chat attraverso il campo prompt. Più veloce e più semplice rispetto al caricamento come documento, gli utenti possono richiedere maggiori informazioni sui contenuti dell’immagine o generare contenuti come didascalie basati su di essa. Anche questo è attualmente solo in inglese.
Portare le informazioni e il codice che Bard genera fuori dalla finestra di chat e nelle mani dei collaboratori non è più così difficile. Adesso gli utenti potranno esportare il codice Python generato da Bard in Replit, oltre a Colab. Potranno anche copiare e condividere porzioni di chat individuali con altri utenti.
Anche il processo di organizzazione e rivisitazione delle vecchie conversazioni viene semplificato con l’aggiunta di conversazioni appuntate, che sono come suonano, e la possibilità di rinominarle.