Con la recente presentazione dei Nothing Ear (Stick) di cui potete trovare la nostra recensione a questo link, ci siamo interessati maggiormente al marchio. Nonostante siano state lanciate oltre un anno fa, abbiamo utilizzato per diversi giorni le “vecchie” Nothing Ear (1) con ANC e dobbiamo dire che l’hype incredibile generato dall’azienda non solo ha pagato ma continua a pagare ancora ora.
- Prima la moda, poi l’audio
- Astuccio di ricarica
- Qualità audio
- Swipe e tocchi
- Applicazione Nothing X
- Autonomia
- Conclusioni
Se le nuove Stick adottano un’architettura aperta senza bulbi in silicone, con le Nothing Ear (1) si è deciso di utilizzare un design in-ear con i bulbi in silicone che vanno ad incastrarsi all’interno del canale uditivo (sono disponibili diverse misure di gommini). Questo design non è per tutti: alcuni infatti trovano poco confortevole degli auricolari che entrano in profondità nell’orecchio mentre ad altri piace avere un’ergonomia più salda. Per fortuna, adesso Nothing ha un’offerta sia per gli uni che per gli altri.
Prima la moda, poi l’audio
Il grande hype iniziale creato dall’azienda intorno a questi auricolari non aveva nulla a che fare con la qualità audio o le funzioni. Invece, l’azienda ha pensato in prima luogo come rendere le Ear (1) un oggetto di stile e moda.
Con la combinazione di plastica trasparente degli steli con la plastica opaca della parte principale dell’auricolare (disponibile sia nella colorazione bianca che in quella nera), l’azienda ha osato cercando di distinguersi dal resto della concorrenza. E nonostante non siamo delle persone molto attente alla moda e al design, dobbiamo dire che l’estetica delle Nothing Ear (1) si fa notare molto in maniera positiva.
Astuccio di ricarica funzionale e semi trasparente
L’astuccio per la ricarica degli auricolari TWS non solo è parte dell’esercizio di design voluto dai designer ma gli ingegneri sono anche riusciti a integrare tutte le funzionalità che si possono ricercare: porta di ricarica cablata USB-C, tastino per il reset e il primo abbinamento è una bobina per la ricarica wireless compatibile con lo standard Qi.
Di forma decisamente più classica rispetto a quello delle Ear (Stick), l’astuccio ha un meccanismo di apertura a cerniera coadiuvata da una serie di magneti che fanno fare quel soddisfacente “clap” alla chiusura. Gli auricolari stessi vengono guidati nei piedi ricarica attraverso dei magneti, semplificando molto le operazioni.
Non la priorità ma la qualità audio è comunque superba
Pur essendo un prodotto di stile e moda, trattandosi di auricolari TWS devono comunque avere una qualità audio soddisfacente. E grazie alle tecnologie impiegate da Nothing, insieme con il driver dinamico da 11,6mm (più piccolo rispetto a quello delle Ear (Stick)) e a un bilanciamento corretto fra bassi, medi e alti (cosa che è possibile cambiare usando l’equalizzatore nell’applicazione a supporto), dobbiamo dire che siamo rimasti piacevolmente sorpresi. Sorpresi soprattutto perché, in fondo, questo è stato il primo prodotto a essere lanciato sul mercato dall’azienda.
Stesso discorso lo si può fare del sistema di cancellazione del rumore che, sfruttando al meglio i microfoni integrati in ogni auricolare e gli algoritmi sviluppati dagli ingegneri audio di Nothing, permettono di creare un’isolazione perfetta da ciò che ci circonda.
Facciamo presente che è possibile disabilitare del tutto il sistema ANC per aumentare l’autonomia e affidarsi solamente all’isolamento passivo dato dall’architettura in-ear che comunque fa un buon lavoro.
Swipe e tocchi per controllare le Nothing Ear (1)
Le Nothing Ear (1) dispongono di steli sensibili al tocco. Ciò permette di avere un sistema di input preciso e indipendente fra auricolare destro e sinistro. In particolare, è possibile:
- Swipe verso l’alto o verso il basso per regolare il volume
- Singolo tocco per mettere in pausa o per accettare una chiamata
- Doppio e triplo tocco personalizzabili dall’applicazione
Applicazione Nothing X
Non ci dilunghiamo molto sull’applicazione di supporto agli auricolari Nothing visto che ne abbiamo parlato approfonditamente nella recensione degli Ear (Stick). Di fatto, le stesse cose possibili per uno sono disponibili anche per l’altro, con l’eccezione del controllo del sistema ANC fra spento, bilanciato, massimo e modalità trasparenza.
Autonomia delle Nothing Ear (1)
Le Nothing Ear (1) offrono circa 4 ore di ascolto con ANC attivato e circa 6 ore con ANC disattivato. In combinazione con il case, dovresti ottenere circa 24 ore complessive. Quel numero aumenta a 34 ore se disattivi ANC. È un importo affidabile, se non eccezionale in entrambe le direzioni. Fortunatamente, una ricarica di 10 minuti della custodia produce circa otto ore di riproduzione. È possibile ricaricare la custodia via wireless o tramite la sua porta USB-C.
Conclusioni
A nostro parere e senza guardare il prezzo di vendita, le Nothing Ear (1) mettono la spunta su tutte le giuste caselle. Ma, da consumatori finali che devono spendere in maniera oculata i soldi (soprattutto in questo periodo), non possiamo che storcere il naso alla notizia dell’aumento di prezzo da 99 a 149 euro di queste Ear (1).
L’azienda si è giustificata citando un aumento di costi di produzione ma è chiaro che è stato tenuto in conto anche il rilascio delle Ear (Stick) a 119 euro nel decidere di aumentare il prezzo. In fondo, un prodotto che offre più funzioni non dovrebbe mai costare meno di un altro che ne offre di meno, soprattutto all’interno di una stessa azienda.
Ad ogni modo, le Nothing Ear (1) sono un ottimo prodotto che però si scontra con una concorrenza molto tosta nella nuova fascia di prezzo. Il nostro consiglio è quello di acquistarle (magari in periodi di sconti) se vi piace lo stile e volete avere un paio di auricolari TWS alla moda che suonano anche bene.