Lo scorso novembre, con una significativa vittoria per il movimento per il diritto alla riparazione, Apple ha annunciato il programma Self Service Repair, che consente di ordinare parti di ricambio per iPhone 12 e iPhone 13. Mentre la strategia dell’azienda è imperfetta nella sua attuale forma, è sempre un passo nella giusta direzione. Ora, seguendo le orme di Apple, Samsung ha annunciato un programma Self Service Repair simile, in cui gli utenti in possesso di Galaxy S20, Galaxy S21 e Tab S7+ possono ordinare parti del dispositivo direttamente dall’azienda. Tuttavia, non si sa quando sarà supportata la serie Galaxy S22.
Il produttore di smartphone coreano ha collaborato con iFixit su questa iniziativa. Oltre ai componenti del dispositivo, agli utenti verrà fornito l’accesso agli strumenti necessari e alle guide di riparazione dettagliate. Inizialmente, nell’ambito del programma di autoriparazione, i proprietari di dispositivi Galaxy potranno ordinare display sostitutivi, vetro posteriore e porte di ricarica e in futuro si espanderanno ulteriormente a più dispositivi e componenti (è essenziale che sia presente la batteria). I clienti avranno anche la possibilità di rispedire le parti difettose a Samsung per scopi di riciclaggio, il che alla fine aiuterà gli utenti a prolungare la durata dei dispositivi Galaxy e ridurre al minimo i rifiuti elettronici.
Samsung ha fatto per ora solo l’annuncio del Self Service Repair. I dettagli effettivi sul prezzo delle parti e degli strumenti e su come funzionerà il programma saranno rivelati più in avanti (entro la fine dell’estate). Tra l’altro, per ora l’iniziativa è limitata solo agli Stati Uniti (come quella di Apple).
Tuttavia, il più grande produttore di smartphone che consente ai clienti di riparare autonomamente il proprio dispositivo e fornire loro l’accesso a componenti originali può costringere anche altre aziende a seguire l’esempio, il che sarebbe una vittoria importante per il movimento per il diritto alla riparazione.