Dopo aver introdotto e subito innumerevoli critiche da parte di altre aziende (e anche dalla UE) per via di una privacy resa ancora più vana, Google ha rimandato al 2023 l’introduzione del suo sistema FLoC all’interno di Chrome. Attraverso un aggiornamento per l’andamento dello sviluppo della sua Privacy Sandbox, tuttavia, il colosso americano ha ritardato ulteriormente l’introduzione dei FLoC.
I test per le API FLoC e FLEDGE erano inizialmente programmati per iniziare nel quarto trimestre del 2021 ma, secondo la nuova timeline di Google, il periodo di discussione complessivo è stato esteso al quarto trimestre del 2021, con i test ora programmati per il primo trimestre del 2022.
Non sono stati condivisi ulteriori aggiornamenti sulla sequenza temporale delle altre fasi di sviluppo e implementazione ma è logico aspettarsi che alcuni ritardi lungo la sequenza temporale spieghino il ritardo su un cambiamento così fondamentale nel modo in cui funziona l’economia di Internet.
Con l’aggiornamento del programma privacysandbox.com di questo mese, stiamo modificando leggermente le tempistiche per alcune proposte, tra cui FLoC e Fledge. Abbiamo ricevuto un feedback sostanziale dalla community web durante la prova iniziale di origine per FLoC e i nostri team stanno lavorando sulle modifiche alla proposta che migliora al meglio la privacy delle persone senza incentivarle a passare ad alternative peggiori come il fingerprinting.
Per chi non lo sapesse, il sistema FLoC di Google sostituisce i cookie di terze parti raggruppando gli utenti di Chrome in base ai loro interessi e dati demografici ma non come individui. Google afferma che è un’alternativa migliore ai cookie di terze parti ma i sostenitori della privacy non sono d’accordo. Il disaccordo sembra concentrarsi sul fatto che Google non ottiene il consenso prima di monitorare gli utenti ma lo avvia in maniera automatica.