La crisi combinata tra pandemia di COVID-19 e inserimento nella lista nera degli Stati Uniti è ormai diventata un macigno sulla schiena di Huawei, tanto che le stime sulla produzione degli smartphone nel 2021 si sono ridotte della metà.
Nel novembre dello scorso anno, Huawei ha venduto il suo sottomarchio Honor liberandolo dal divieto imposto dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Il mese scorso, si è ipotizzato che Huawei stesse pianificando di tirare fuori lo stesso trucco con le sue linee di smartphone di punta “Mate” e P “, ma il co-fondatore e CEO di Huawei, Ren Zhengfei, ha dichiarato che Huawei non ha intenzione di vendere la sua attività di smartphone.
Tuttavia, l’azienda non naviga in buone acque. Secondo Nikkei Asia, Huawei prevede di ordinare componenti per 70-80 milioni di smartphone quest’anno, rispetto ai 189 milioni di telefoni spediti dalla società nel 2020. Altre fonti interne ritengono che tale stima sia anche troppo ottimistica, con previsioni che si aggirano intorno ai 50 milioni di smartphone in totale.
È un paradosso: Huawei aveva l’obiettivo di diventare il marchio di smartphone numero uno al mondo (cosa che ha effettivamente fatto per un trimestre) e poi tutto è andato a rotoli in un batter d’occhio.
C’è ancora una possibilità per Huawei di riprendersi se l’amministrazione del nuovo presidente USA Joe Biden decidesse di rivalutare il posto di Huawei nella lista nera. Sfortunatamente per Huawei, questo non sembra essere il caso.
Ed ecco allora che, mentre si lavora duramente su HarmonyOS, Huawei deve affrontare una situazione difficile che potrebbe o distruggerla o rafforzarla enormemente in futuro.