Le difficoltà che il Governo USA sta causando a Huawei vanno molto più a fondo dell’impossibilità di vendere i propri smartphone negli USA (e di usare Android con i GMS) o di non poter partecipare alle aste per le infrastrutture di rete 5G negli USA. Di fatto, nel complesso Huawei sta affrontando una crisi dapprima operazionale, cosa causata anche dal non poter accedere alla tecnologia di produzione a 5nm di TSMC per i propri chip (il Kirin 9000 5G è il primo e unico su questo fronte), e poi anche finanziaria. Non è un caso quindi che Huawei stia cercando modi per ridurre i costi e sembra che una delle prime “teste a cadere” possa essere quella di Honor.
Reuters riferisce che Huawei sarebbe in trattative con diverse società cinesi, fra cui TCL e Xiaomi, per un potenziale accordo utile a vendere tutto o parte del business degli smartphone Honor. Per adesso non vi sono cifre ufficiali ma il valore di Honor sembrerebbe essere stimato in 25 miliardi di yuan (3,7 miliardi di dollari).
Ma perché TCL e Xiaomi potrebbero essere interessate all’acquisto di Honor? Per Xiaomi proprio non aggiungerebbe nulla, visto che ha già un mercato fiorente con i propri smartphone. Sul fronte TCL invece potrebbe rappresentare un boost non da poco per il mercato smartphone.
A questo proposito, l’analista Ming-Chi Kuo indica che l’acquisto da parte di Xiaomi o TCL rappresenterebbe in primo luogo una vittoria per Honor. L’analista ha fatto notare che una Honor indipendente non sarebbe più soggetta al divieto di commercio degli Stati Uniti, consentendogli di continuare a creare e produrre dispositivi.
Insomma, salvare il salvabile per Huawei cercando di non svalutare nulla più del dovuto mentre per Honor potrebbe essersi aperta una finestra molto importante per consentirle ancora di fare affari a livello mondiale e, cosa da non sottovalutare, aprirsi a chipmaker di terze parti e tornare a offrire smartphone con i Google Mobile Services attivi.