Nel 2017, a distanza di pochi mesi dal lancio di Google Home Mini l’azienda fu costretta a disabilitare il tasto superiore in quanto si accorse che provocava la registrazione continua dai microfoni e non solo dopo le hotword “OK Google” (funzione ripristinata nel nuovo Nest Home Mini). Seppur pensiamo lo stesso che questi dispositivi possano ascoltarci 24H, un nuovo trucco messo a punto da un hacker ha dimostrato che è anche possibile prenderne il controllo mediante un raggio laser.
Nel corso di una serie di dimostrazioni presso l’Università del Michigan e l’Università delle Elettrocomunicazioni a Tokyo, il ricercatore di sicurezza informatica Takeshi Sugarawa è stato in grado di simulare una voce umana modulando un raggio laser da 60 milliwatt puntato verso un Google Home. Lo speaker ha registrato questa luce laser come input verbale, consentendo a Sugarawa di ricreare la modulazione tonale di comandi vocali, come il controllo della smart home.
“È possibile far rispondere i microfoni alla luce come se fosse un suono”, ha spiegato Sugarawa. “Ciò significa che tutto ciò che agisce sui comandi del suono agirà sui comandi della luce.”
Il ricercatore ha tenuto a chiarire che qualsiasi dispositivo con un microfono e software di controllo vocale funzionante può essere virtualmente “dirottato” con un raggio laser modulato che simula un segnale vocale. Ciò significa che lo smartphone, alcuni dispositivi indossabili e potenzialmente anche un’auto di nuova generazione – indipendentemente da marca, modello e produttore – potrebbero essere controllati con questo metodo.
Si tratta di un qualcosa di abbastanza spaventoso se ci fate caso ma è anche bene notare che, vista la scarsa potenza del laser usato per la dimostrazione, è necessario essere molto vicini allo smart speaker.