Google ha reinventato il formato JPEG per le immagini creando la libreria “jpegli” contenente un econder e un decoder più efficienti e di maggior qualità. Stranamente in quest’annuncio non appare la buzzword “intelligenza artificiale“.
Mentre al giorno d’oggi il video è la scelta predominante per il consumo di informazioni online, costituendo oltre l’80% di tutto il traffico online, le immagini hanno e continueranno a svolgere un ruolo importante nell’esperienza digitale. Che ci piaccia pensarci o no, tutta la larghezza di banda dati che consumiamo ha un costo e i titani del settore come Google hanno un interesse acquisito a ottimizzare tale costo.
Nel bene e nel male però, l’ultimo sforzo del gigante della ricerca nello spazio dei formati di immagine, WebP, non è andato esattamente bene e non è riuscito ad avvicinarsi al suo obiettivo di sostituire JPG, PNG e GIF.
Entra in scena la libreria jpegli
Quindi, Google ha cambiato il suo approccio e ha deciso di migliorare il JPEG invece di lottare contro il suo status onnipresente. Date il benvenuto a jpegli. È una libreria di codifica JPEG che contiene sia un codificatore che un decodificatore. Probabilmente la cosa più importante è che sia il codificatore che il decodificatore siano conformi allo “standard JPEG originale e al suo formalismo più convenzionale a 8 bit“. In termini più semplici ciò significa che le immagini codificate utilizzando jpegli sono compatibili con i decoder esistenti come il tuo browser o visualizzatore di immagini preferito.
Ora, non faremo finta di sapere esattamente che tipo di “magia nera” Google sta utilizzando in jpegli. Secondo il comunicato stampa, “utilizza la quantizzazione adattiva per ridurre il rumore e migliorare la qualità dell’immagine. Ciò viene fatto modulando spazialmente la zona morta nella quantizzazione basata sulla modellazione psicovisiva“.
Tuttavia, alcuni dei vantaggi descritti di jpegli sono molto più facili da comprendere. Come il fatto che comprime le immagini circa il 35% in più rispetto ai tradizionali codec JPEG preservandone la qualità visiva. Questo da solo è un enorme vantaggio per la larghezza di banda online. Se non altro, basti pensare a quanto spazio Google stesso risparmierebbe in Google Foto ricodificando i contenuti degli utenti. Inoltre, jpegli apparentemente esegue “calcoli più precisi e psicovisivamente efficaci”, rendendo le immagini “più chiare e con meno artefatti osservabili“.
Può anche codificare immagini con più di 10 bit per componente rispetto agli 8 bit delle tradizionali soluzioni di codifica JPEG, cosa che avviene nello standard originale a 8 bit senza interrompere la compatibilità con i tradizionali visualizzatori a 8 bit riducendo al contempo “artefatti di banding visibili in gradienti lenti“. E, ultimo ma non meno importante, jpegli è apparentemente paragonabile in termini di velocità ad altre librerie di codifica, quindi non costerà risorse di calcolo aggiuntive né mostrerà i processi.
Google ha già pubblicato il codice sorgente jpegli completo su GitHub, quindi chiunque sia interessato può verificarlo e potenzialmente iniziare a utilizzarlo oggi stesso.