Dopo aver testato con piacere la Orange Pi 5 Plus e aver constatato la bontà del SoC Rockichip RK3588 sia in ambito multimediale che gaming, ora abbiamo fra le mani Mixtile Blade 3, un’altra SBC pensata prevalentemente per il mondo server e di sviluppo che però non delude affatto quando si tratta di retrogaming.
Pro
Contro
- Caratteristiche tecniche
- Scheda tecnica
- Ubuntu 22.04 LTS pre-installato
- Come installare altri sistemi operativi
- Temperature
- Conclusioni
Caratteristiche tecniche
La Mixtile Blade 3 ha un fattore di forma Pico ITX con la maggior parte delle porte su un lato. Il processore si trova in realtà sul fondo della scheda, sotto il dissipatore di calore passivo pre-installato. Inoltre sul fondo della scheda è presente una porta per fotocamera CSI.
Nella parte superiore della SBC troviamo i connettori principali lungo uno dei due lati lunghi. Da sinistra a destra, questi includono 2 porte Ethernet 2.5G e due porte HDMI (quella superiore è un’uscita HDMI 2.1 che supporta fino a 8K60 o 4K120 e quella inferiore è un ingresso HDMI 2.0 che supporta fino a 4K60), 2x porte USB 3.2 Gen 1 Type-C che supportano anche Display Port 1.4. La porta a destra supporta anche Power Delivery 2.0 fino a 20 V e 3 A.
Trovato l’inghippo? Nel nostro primo utilizzo ci siamo trovati spiazzati da una scelta alquanto incomprensibile da parte di Mixtile: non includere alcuna porta USB-A nella SBC. Invece, sono presenti 2x USB-C di cui una usata per l’alimentazione. Non avendo alcun hub sotto mano con cui poter collegare mouse e tastiera, abbiamo dovuto posticipare i primi test di qualche giorno e acquistarne uno.
L’idea dell’azienda con la Blade 3 è quella di fornire una piattaforma impilabile e scalabile a dismisura per la creazione di server dedicati. A tal proposito, è possibile creare cluster con fino a un massimo di 75 schede Blade 3 in uno chassis 2U standard da 19 pollici che otterrebbe 600 core e l’equivalente di 630 GHz di potenza di calcolo in un involucro di potenza di 1500 watt.
Il nostro caso l’utilizzo però è molto più frugale e tradizionale, ovvero come una retro console per l’emulazione di tutti i titoli PS2, PS1 e precedenti.
Scheda tecnica
- SoC – Rockchip RK3588
- CPU octa-core con 4x Arm Cortex-A76 cores @ fino a 2.4 GHz, 4x Arm Cortex-A55,
- GPU Arm Mali-G610 MP4 quad-core con supporto OpenGL ES3.2, OpenCL 2.2 e Vulkan1.1
- NPU da 6 TOPS
- ISP con supporto per fotocamera fino a 48MP ISP
- 8Kp60 video decoding, 8Kp30 video encoding
- Memoria RAM fino a 32GB LPDDR4
- Storage: eMMC fino a 256GB, MicroSD 3.0, mSATA via adattatore U.2
- Connettività Video
- HDMI 2.1 out 8Kp60
- HDMI 2.0 in 4Kp60
- 4-lane MIPI DSI
- DisplayPort 1.4a via USB-C
- Networking – 2x 2.5 Gigabit Ethernet RJ45 ports con link aggregation
- USB – 2x USB 3.2 Gen1 Type-C con supporto DisplayPort 1.4a
- Alimentazione 12V 1,5A
- Dimensioni – 100 x 72 mm (form factor Pico-ITX)
Ubuntu 22.04 LTS è preinstallato
Una volta collegata l’alimentazione viene caricata un’immagine di Ubuntu 22.04 LTS pre-installata che permette di essere immediatamente operativi. Dopo aver eseguito i classici aggiornamenti di rito (qui la nostra guida approfondita), abbiamo proceduto con l’installazione dei primi emulatori e la copia, via LAN, delle ROM e dei BIOS legati alle console.
Avendo a disposizione lo stesso SoC della Orange Pi 5 Plus non è un segreto il fatto che le prestazioni sono esattamente le stesse. Qualsiasi gioco PS2, PS1 e di generazione precedente testato ha funzionato senza problemi e con un frame rate molto stabile.
Anche l’utilizzo più frugale, con la riproduzione di video da YouTube a 1080p e in 4K che non ha causato nessun problema. Le statistiche per nerd che hanno riportato solo qualche frame non riprodotto a fronte di un video di oltre 20 minuti.
Come installare altri sistemi operativi
Al di là della memoria eMMC con pre-installato Ubuntu, esistono un paio di altre opzioni di avvio: si può infatti eseguire il boot dalla scheda MicroSD o dalla memoria Flash SPI. Questi sono selezionabili tramite quattro dip switch accanto all’intestazione GPIO.
Questi dip switch consentono inoltre di accedere alla modalità MaskROM utile ad eseguire il flashing di un nuovo sistema operativo sfruttando il software RKDevTool (da Windows). Se nessuno di essi è selezionato, la CPU cercherà automaticamente qualsiasi supporto avviabile tra le opzioni di avvio.
Scaricando quindi un altro sistema operativo compatibile, la procedura per installarlo a bordo della Mixtile Blade 3 (usando un computer Windows) prevede:
- Installare i driver scaricabili da qui
- Collegare la Blade 3 alla porta USB-C più vicina ai connettori HDMI
- Aprire RKDevTool, scegliere la scheda Upgrade Firmware e fare clic su Switch. Questo farà si che il Blade 3 passi alla modalità Loader.
- Selezionare la scheda Upgrade Firmware e fare clic su Firmware per selezionare il sistema operativo che avete scaricato.
- Fare clic su Upgrade per aggiornare il firmware al Blade 3.
Temperature
Per dissipare il calore sono disponibili due possibilità:
- Usare il dissipatore passivo fornito in confezione (e già pre-applicato)
- Acquistare il case metallico con ventola
Il dissipatore di calore incluso fa un buon lavoro nel mantenere passivamente fresco il Blade 3. Dopo aver riprodotto video 4K per circa 15 minuti, la CPU del Blade 3 era a poco più di 65 gradi e la superficie del Blade 3 era calda ma non tanto. Provando a giocare a un titolo PS2 abbastanza pesante come Gran Turismo 4 per una mezz’oretta abbiamo notato che la temperatura della CPU aveva raggiunto i 75 gradi mentre esternamente abbiamo faticato ad appoggiare la mano per via del calore.
Abbiamo quindi provato a riprodurre video 4K per circa 20 minuti mentre con il Blade 3 all’interno del case e, anche se questo si surriscalda, la temperatura della CPU era un po’ più bassa rispetto al dissipatore passivo. La CPU si è stabilizzata intorno ai 55 gradi. Ciò non toglie che, per come è strutturato il case con il SoC non a diretto contatto con la ventola di dissipazione, non rischieremmo il far fare alla SBC carichi di lavoro pesanti per periodi prolungati.
Conclusioni
Le potenzialità nella Mixtile Blade 3 ci sono tutte, con un ottimo SoC che permette di utilizzarla non solo come retro console ma anche come server in singolo o in un cluster. Purtroppo non è possibile ignorare le limitazioni, prima fra tutte l’assenza di porte USB-A ma anche la posizione non ideale del lettore microSD.
Ma considerando il prezzo non indifferente di ben 229 dollari per la versione base con 4GB di RAM e 32 GB di eMMC (la nostra configurazione con 16 GB di RAM e 128 GB di eMMC costa addirittura 369 dollari), per un utilizzo ricreativo e basilare a nostro avviso è meglio volgere l’attenzione verso altro. Anche perché si trova in pieno territorio mini PC con CPU x86 estremamente più flessibili nell’uso.