Gli smartphone POCO sono da sempre stati il perfetto mix fra specifiche buone e prezzo economico. Alcuni modelli hanno rispettato questa tendenza più di altri ma con il POCO F5 crediamo che si sia trovato il giusto compromesso.
Il POCO F5 è un telefono leggero e relativamente sottile con una batteria enorme, un brillante schermo AMOLED e molta potenza per il prezzo a cui viene proposto.
Con dimensioni di 161,1 x 75 x 7,9 mm e un peso di 181 g, ha delle proporzioni che lo rendono bello e tascabile. Tutto sommato, è un passo avanti rispetto al linguaggio di design del POCO F4, che sembrava un po’ più economico e generico.
Il POCO F5 è uno dei primi telefoni a utilizzare lo Snapdragon 7+ Gen 2. Il resto del suo pacchetto promette una buona esperienza utente, incluso un display a 120 Hz, WiFi 6E, un jack da 3,5 mm e una fotocamera da 64 con stabilizzazione ottica dell’immagine (OIS). Vale la pena acquistarlo?
Pro
Contro
- Unboxing
- Qualità costruttiva
- Caratteristiche tecniche
- Connettività
- MIUI 14
- Qualità fotografica
- Autonomia
- Conclusioni
Unboxing
Da diversi anni a questa parte il paragrafo dell’unboxing nelle nostre recensioni di smartphone è pressochè lo stesso. Praticamente tutti i produttori di smartphone sembrano essersi messi d’accordo nell’includere solamente il minimo indispensabile nelle confezioni.
E anche a bordo della confezione del POCO F5 troviamo solamente, oltre allo smartphone, il caricabatteria da parete da 67W, un cavo USB-A / USB-C, una cover trasparente in silicone, il pin per estrarre il carrellino delle SIM e la manualistica cartacea.
Nulla di più, nulla di meno.
Qualità costruttiva
Un’area in cui l’azienda ha deciso di abbassare la qualità per poter offrire lo smartphone a un prezzo più basso è la scocca. A differenza di altri modelli che usano metallo o vetro per la scocca posteriore, sul POCO F5 ritroviamo una back cover e un frame laterale in plastica. A nostro avviso è un sacrificio intelligente, dal momento che la maggior parte delle persone tenderà comunque a usare la cover in silicone presente in confezione per assicurare un grado di protezione aggiuntiva.
C’è una certa simmetria tra le cornici superiore e inferiore, che è sempre bello vedere in un telefono non di fascia premium. Tuttavia, si ottiene ancora solo un grado di protezione IP53, che è inferiore a quelli del Pixel 7a e del Samsung Galaxy A54. C’è poi il vetro Gorilla Glass 5 nella parte anteriore, che assicura una protezione extra contro graffi e cadute.
Sorprendentemente, POCO è riuscito a inserire un jack per le cuffie sul lato superiore. C’è anche una porta USB-C e un carrellino per una Dual SIM (niente micro SD però) sulla parte inferiore, un pulsante di accensione/scanner per impronte digitali e pulsanti del volume sul lato destro e, sul retro, un pannello di plastica leggermente curvo e le fotocamere. E nella parte superiore è presente anche un pratico sensore IR, così da poter usare il POCO F5 come telecomando della TV.
Come se il design migliorato del POCO F5 non fosse sufficiente, Xiaomi ha anche reintegrato il jack per le cuffie da 3,5 mm dopo averlo abbandonato sul modello F4. È bello da vedere e conferma tutto il marketing legato al gaming. Dopotutto, gli auricolari wireless generalmente significano latenza.
Caratteristiche tecniche
Anche se il design è diventato un po’ più raffinato, Xiaomi è rimasta sostanzialmente con la stessa configurazione del display sul POCO F5. È un altro pannello AMOLED FHD+ (1080 x 2400) da 6,67 pollici con una frequenza di aggiornamento di 120 Hz e una velocità di risposta al tocco di 240 Hz. La luminosità di picco (in HBM) è stata leggermente aumentata, da 900 nit nel Poco F4 a 1000 nit qui, ma in realtà non c’è molto.
Non abbiamo lamentele sul fatto che lo schermo dello smartphone rimanga più o meno lo stesso. È comunque un pannello piacevolmente grande, luminoso, reattivo e con colori accurati per il suo prezzo, e adatto alla fruizione di contenuti multimediali in movimento.
I telefoni POCO, e in particolare la serie F, sono sempre stati focalizzati sulle prestazioni. È bello vedere il Poco F5 restare fedele alla sua eredità e racchiudere un chip Snapdragon 7 Plus Gen 2 altamente capace abbinato alla RAM da 12 GB (con un’opzione più economica da 8 GB in alcuni mercati).
In termini di CPU, questo chip supera effettivamente lo Snapdragon 8 Plus Gen 1 trovato nel Poco F5 Pro – almeno secondo i test Geekbench. È roba impressionante.
Il caso è diverso per quanto riguarda i risultati della GPU, dove il Poco F5 Pro batte comodamente il suo fratello minore in condizioni simili.
Anche così però, il POCO F5 non è da meno e abbiamo potuto giocare a Wreckfest con impostazioni avanzate. C’erano strani lag che suggerivano che forse sarebbe stato meglio stare leggermente al di sotto delle impostazioni migliori, ma è rimasto giocabile.
Nonostante le affermazioni sulla tecnologia di raffreddamento a liquido all’interno, si nota comunque che diventa relativamente caldo sotto un carico di gioco. Non abbastanza da influenzare le cose in inverno, ma è qualcosa di cui essere consapevoli nel caldo torrido (soprattutto quello della Sicilia). In ogni caso, lo Snapdragon 7+ Gen 2 si comporta egregiamente in ogni scenario, battendo la concorrenza in titoli 3D come Genshin Impact, Honkai Star Rail e Pokemon Masters EX.
Per quanto riguarda il retrogaming invece, è il non plus ultra. Interessati nello scoprirne le potenzialità, abbiamo proceduto con l’installazione di NetherSX2 (versione con patch di AetherSX2) per i giochi PS2, DuckStation per i giochi PSX, di PPSSPP per i giochi PSP e di RetroArch per tutte le altre console da emulare. Infine, è stato il turno del front end Daijishou.
Messo a punto tutta la configurazione iniziale di emulatori e front end e collegato con il controller mobile Gamesir G8 Galileo, è stato il momento di aprire il nostro vaso della nostalgia con 40 anni di titoli videoludici. E che risultati! Si “mangia a colazione” tutti i giochi appartenenti alla PS2 e generazioni precedenti. Riesce anche a destreggiarsi abbastanza bene con l’emulazione dei giochi Wii e Wii U, mentre dipende molto dal tipo di gioco relativamente all’emulazione della Nintendo Switch (i titoli di Zelda sono fuori questione).
Connettività a chiaro scuri
In termini di connettività, l’azienda ha voluto includere il pacchetto completo integrando Bluetooth 5.3, WiFi 6E, chip GNSS (solo a banda singola L1) e chip NFC, oltre che supporto Miracast e Dolby Vision. C’è anche un sensore a infrarossi sulla parte superiore del case, il che significa che puoi utilizzare il tuo telefono anche come telecomando.
Il sensore di impronte digitali è di tipo capacitivo. A differenza di altri modelli dove un polpastrello umido o un po’ sporco inficiava la corretta lettura dell’impronta, il modello presente sul POCO F5 sblocca rapidamente il telefono con una precisione che possiamo definire più che buona (circa 8/10 non abbiamo riscontrato problemi di sblocco).
Quando si tratta di utilizzare i dati mobili è necessario tenere conto di alcuni compromessi. Questo telefono di fascia media ha accesso al 5G, ma il suo modem Snapdragon X62 installato copre solo 13 frequenze 4G – in confronto, il suo modello gemello, lo Xiaomi 13 Lite, supporta 20 bande. Ciò significa che utilizzare il telefono POCO durante i viaggi potrebbe essere un po’ più complicato a causa del suo supporto di frequenza limitato.
Purtroppo si cade un po’ nella connessione cablata, con la presenza di una USB 2.0 a 480 Mbit/s che non supporta l’uscita video DP. Tuttavia, sono supportati USB OTG con file system exFAT e NTFS.
Da segnalare infine gli altoparlanti stereo, non il top in qualità ma belli potenti che producono un suono espansivo e assolutamente sufficiente per un’opzione di fascia media.
La MIUI 14 è pervasiva più che mai
Xiaomi è sempre stata un’azienda che ha voluto personalizzare il software dei propri smartphone quanto più possibile e con la MIUI 14 ha messo in campo un sistema operativo che ricorda solo a stento Android.
La MIUI 14 basata su Android 13 del Poco F5 è piena zeppa di bloatware, inclusi tre browser web e ben 15 fra app e giochi di terze parti pre-installate (probabilmente dietro accordi commerciali).
A sua difesa, è un’interfaccia utente abbastanza personalizzabile e si possono disinstallare la maggior parte dei bloatware (non quelli installati come app di sistema). Si può poi passare da quel contorto menu di notifica diviso (come iOS, ma più goffo) a qualcosa di più semplice, impostare il display sempre attivo, regolare le notifiche e altro ancora.
Certamente, siamo molto lontani dalla pulizia e dal design Material You della versione stock di Android 13 (come quella che abbiamo usato in questi mesi grazie a una Custom ROM sul nostro Redmi Note 11) ma è comunque una ROM che si fa utilizzare bene.
Qualità fotografica
L’aspetto più debole dell’F5 è la configurazione della fotocamera, che la dice lunga in quanto può comunque scattare ottime foto nelle giuste condizioni. Abbiamo da sempre sottolineato come il prezzo di uno smartphone non riflette per forza il suo valore se non nel comparto fotografico e anche qui è la stessa storia.
La fotocamera principale ha un sensore da 64 MP abbinato a un obiettivo con apertura f/1.8. È un sensore OmniVision, non un’alternativa Samsung o Sony più premium, ed è da 1/2 pollice, che non è enorme. Di conseguenza, non ci si devono aspettare le migliori prestazioni in condizioni di scarsa illuminazione e non sarà in grado di gestire il tremolio della mano così bene come alcune alternative con specifiche migliori.
La gamma dinamica non è sorprendente e i blocchi di colore possono mancare di sfumature. Ciò è particolarmente visibile nel cielo, che finisce per sembrare una massa di blu anonimo rispetto a fotocamere migliori che estraggono dettagli più fini su di esso. Nonostante questi avvertimenti, in ambienti luminosi, le immagini hanno una buona quantità di dettagli e profondità, i colori sembrano vivaci e, anche quando le luci calano, se hai un soggetto fermo dovresti ottenere uno scatto rispettabile.
L’ultra-wide da 8 MP rappresenta un netto passo indietro in termini di qualità dell’immagine, riducendo significativamente sia i dettagli che la precisione del colore e offrendo davvero un buon scatto solo in scene luminose.
Per quanto riguarda la fotocamera macro, è da evitare. È presente solo per fare numero e si fa meglio a scattare foto ravvicinate con la fotocamera principale.
Autonomia
Xiaomi ha dotato il POCO F5 di una batteria da 5000 mAh, che è molto più grande della cella da 4500 mAh del modello F4. Considerando che il modello dell’anno scorso era un po’ più pesante, è una vera impresa.
Sicuramente, il POCO F5 accompagnerà chiunque per un’intera giornata di utilizzo con il resto in più. Siamo riusciti a superare i giorni più leggeri con più del 60% residuo, il che significa che per alcune persone durerà senza problemi due giorni. Per i giocatori e gli utenti più assidui, ci si può aspettare un’intera giornata senza preoccupazioni.
Quando l’abbiamo messo alla prova, ha resistito molto bene. Con la luminosità impostata al 50%, un’ora di streaming video 4K ha consumato il 6%, mentre lo stesso video in FHD ha consumato solo il 3%. Mezz’ora di gioco intensivo su Wreckfest ha consumato l’11%, mentre un’ora di streaming musicale su ViMusic ha spostato l’indicatore di appena l’1%.
Il Poco F5 è quindi un solido campione di resistenza e si ricarica anche abbastanza rapidamente grazie al supporto alla ricarica rapida da 67 W. Ciò significa che passerà da quasi 0% al 50% in 15 minuti e all’82% in 30 minuti. Raggiunge il 100% in circa 52 minuti.
Conclusioni
Il POCO F5 è una scelta molto interessante quando si tratta di telefoni sotto i 500 euro. Grazie al suo Snapdragon 7+ Gen 2, il telefono offre prestazioni notevolmente migliori rispetto ai telefoni di fascia media con prezzi simili, come il Samsung Galaxy A54 5G o il Google Pixel 7a.
Oltre al potente SoC Qualcomm, il telefono Xiaomi colpisce anche per la sua vasta gamma di funzionalità (WiFi 6E, jack da 3,5 mm, ricarica veloce), un luminoso pannello AMOLED da 120 Hz con elevata copertura dello spazio colore, nonché autonomia da campione.
Casca un po’ nel comparto fotografico dove offre buone prestazioni alla luce del giorno, ma non molto di più. La fotocamera principale può avere accesso all’OIS, ma la fotografia non è affatto uno dei punti di forza del telefono Xiaomi.
Il POCO F5 è un telefono brillante, soprattutto se si desidera un razzo tascabile sottile e leggero, eccellente per giocare e godersi contenuti multimediali. Per il tipo di utente che preferisce il gaming e la durata della batteria rispetto alla qualità della fotocamera, è un dispositivo da tenere sott’occhio.