Dopo l’attesa più lunga di sempre tra i modelli di punta Raspberry Pi (il Raspberry Pi 4 è stato rilasciato a giugno 2019), il Raspberry Pi 5 è finalmente arrivato. Alla fine del 2022, il CEO di Raspberry Pi, Eben Upton, ha affermato che non avremmo visto il Raspberry Pi 5 nel 2023 e che ci sarebbe voluto un anno perché le scorte di Raspberry Pi migliorassero dopo una carenza globale di chip. Ma sembra che Upton abbia voluto offrire una sorpresa ai tanti fedeli fan del Raspberry Pi.
Con hardware più veloce, grafica più potente, supporto di archiviazione esteso, configurazione semplice e lo stesso inimitabile supporto software, è quasi impossibile non amare Raspberry Pi 5.
Caratteristiche tecniche di Raspberry Pi 5
Il Raspberry Pi 5 è allo stesso tempo lo stesso e qualcosa di completamente nuovo. Imita quasi perfettamente il form factor e le dimensioni dei suoi predecessori ed esegue lo stesso software, ma offre prestazioni tre volte superiori e, per la prima volta in un modello Raspberry Pi mainstream, connettività PCI Express ad alta velocità per hardware esterno.
- CPU: Broadcom BCM2712 4-core fino a 2.4GHz Arm Cortex-A76 (16nm)
- GPU: Broadcom Videocore-VII
- Hardware Video Decode: H.265 4k60
- Hardware Video Encode: Nessuno
- “Southbridge”Chip: Raspberry Pi RP1 (40nm)
- RAM: 4GB/8GB LPDDR4x a 4,267MHz
- Storage: microSD, M.2 Key M NVMe (con un HAT opzionale)
- USB: 2× USB 3.0, 2× USB 2.0
- PCI Express: 1× PCI Express Gen. 2
- Network: Gigabit Ethernet con Precision Time Protocol (PTP), dual-band 802.11ac Wi-Fi, Bluetooth 5.0, Bluetooth Low Energy (BLE)
- Display Outputs: 2× 4k60 HDMI, 2× four-lane MIPI DSI (condivisi con CSI)
- Camera Inputs: 2x four-lane MIPI CSI (condivisi con DSI)
- GPIO: 40-pin, connettore dedicato alle ventole, debug UART, tasto fisico di accensione
- Alimentazione: USB Type-C 5V 5A, Power-over-Ethernet (PoE) (con un HAT opzionale)
Form Factor
I fan del Raspberry Pi saranno felici di vedere che il design complessivo della scheda è sostanzialmente invariato, seguendo lo stesso layout dei modelli tradizionali che è partito dal primo Raspberry Pi Modello B+. Un esame più attento, tuttavia, rivela che il nuovo Raspberry Pi 5 è una sorta di ritorno al passato: la porta Ethernet si trova a sinistra del cluster di porte e le due porte USB 2.0 a destra, scambiate rispetto al Raspberry Pi 4 e un ritorno al layout del Raspberry Pi 3.
Altrove la scheda si avvicina maggiormente al layout del Raspberry Pi 4: mantiene la stessa coppia di porte micro-HDMI 2.0, anche se questa volta entrambe sono in grado di funzionare con una risoluzione 4k60 contemporaneamente, insieme a un connettore USB Type-C per l’alimentazione. Tra questi ci sono due nuovi arrivati nella selezione delle porte: un connettore della batteria per il nuovo Real Time Clock (RTC) e un UART di debug dedicato, compatibile con Raspberry Pi Pico Probe.
A destra ci sono una coppia di connettori della stessa dimensione che troverai sul Raspberry Pi Zero, e anche questi rappresentano una novità assoluta per il nuovo Raspberry Pi 5: sono porte MIPI, progettate per passare automaticamente dalla Camera alla Display Serial Interface (CSI e DSI) a seconda di cosa si collega. Ciò significa che la scheda offre, per la prima volta nei modelli tradizionali, il supporto per doppia fotocamera CSI o display doppio DSI, o uno di ciascuno.
Prestazioni
L’azienda afferma che il Raspberry Pi 5 ha da due a tre volte la potenza di elaborazione del Raspberry Pi 4, già un potente SBC. È disponibile con capacità di RAM da 4 e 8 GB, anche se i modelli da 1 e 2 GB sono in arrivo.
Forse ancora più importante, il Raspberry Pi 5 è dotato di un SoC Broadcom BCM2712 con una nuova CPU Arm Cortex-A76 quad core da 2,4 GHz (il vecchio modello era originariamente un Cortex-A72 che funzionava a 1,5 GHz, ma un aggiornamento del firmware lo ha portato a 1,8 GHz), un nuovo Southbridge che promette di migliorare il throughput delle USB 3 e una nuova GPU VideoCore VII che funziona a 800 Mhz (contro 500 MHz VideoCore VI sul Pi 4). Ci sono una serie di piccoli miglioramenti su tutta la scheda, tra cui un connettore della ventola integrata con fori di montaggio e un lettore di schede microSD che funziona con schede ad alta velocità.
Il Raspberry Pi 5 è la più potente tra tutte le schede Raspberry Pi che abbiamo mai utilizzato ma, allo stesso tempo, è anche quella che scalda di più. In idle e senza alcun raffreddamento aggiuntivo, si trova a circa 50,5 gradi e consuma circa 2,7 Watt. Spingendolo con uno stress test, il Raspberry Pi 5 subirà un throttling termico (che si attiva a 82°C), riducendo la velocità della CPU nel tentativo di mantenere la CPU fresca. Sotto stress, abbiamo raggiunto 86,7°C (7 Watt) e abbiamo visto la CPU rallentare da 2,4 GHz fino a 1,5 GHz.
È interessante notare che abbiamo visto la CPU cambiare velocità alcune volte (2311 MHz, 2256 MHz, 2201 MHz e 2146 MHz), probabilmente nel tentativo di fornire un equilibrio tra velocità e raffreddamento.
Il dissipatore attivo ufficiale si collega al nuovo connettore della ventola, proprio accanto alle porte USB, un grande miglioramento rispetto ai modelli precedenti in cui qualsiasi ventola collegata doveva occupare pin GPIO, a volte impedendo l’uso di HAT. La ventola è impostata per accendersi quando la CPU raggiunge i 50°C. In idle, il dissipatore di calore ha mantenuto il Raspberry Pi 5 a 39,5°C e ha consumato 2,6 Watt. L’esecuzione del nostro stress test ha visto la temperatura salire a 59,3°C (6,8 Watt), molto al di sotto del punto di throttling termico. Sembra che quando si utilizza il Raspberry Pi 5 con il raffreddamento si consumi una frazione di energia in meno che senza, cosa alquanto contro intuitiva poiché la ventola in se consuma energia elettrica.
Supporto software per Raspberry Pi 5
Il nuovo Raspberry Pi OS è basato su Debian 12 “Bookworm”, rilasciato nel luglio 2023. Bookworm include una serie di novità e una delle modifiche più grandi è una nuova versione di Python. Nelle versioni precedenti, vedevamo Python 3.9 come predefinito, ma per Bookworm vediamo un aggiornamento alla 3.11 e questo comporta un cambiamento nel modo in cui installiamo i moduli Python.
Il nuovo sistema operativo è disponibile anche senza alcun ambiente desktop, per tutti coloro vogliono utilizzare la SBC headless.
Ma al di là del sistema operativo ufficiale, sono moltissimi i progetti che stanno venendo portati avanti per rendere compatibili altri OS con la nuova Raspberry Pi 5. Da Batocera ad Armbian, passando per Android 14, DietPi, RetroPie, Recalbox e LibreElec, è questo il vero asso nella manica di Raspberry Pi rispetto alle aziende concorrenti: le sue SBCs offrono la compatibilità con il maggior numero di sistemi operativi, permettendo quindi la creazione di specifici progetti un po’ in ogni area.
Conclusioni
Seguendo la stessa formula, la Raspberry Pi Foundation è riuscita ad alzare l’asticella con la quinta generazione di SBC. Alla maggior potenza e connettività però si abbina anche un prezzo di vendita superiore (almeno nei rivenditori ufficiali). Il modello da 4 GB di RAM è disponibile all’acquisto per 70 euro mentre la versione da 8 GB costa 90 euro.
Ne vale la pena? A nostro avviso dipende molto dal tipo di utilizzo e soprattutto se avete già a disposizione un modello precedente. In quest’ultimo caso probabilmente sarebbe meglio passare o quantomeno attendere un calo dei prezzi.