TikTok è al centro di una bufera in tutto il mondo. Dopo essere stata ritenuta colpevole di aver infranto il GDPR in UE, TikTok sta ora respingendo i critici che sostengono che l’app video non sia all’altezza dei suoi doveri di moderazione dei contenuti durante la guerra tra Israele e Hamas. In un comunicato, la società ha offerto nuovi dettagli sul numero di account e video che ha rimosso dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre.
Secondo TikTok, ha rimosso più di 925.000 video “nella regione del conflitto” fra Israele – Hamas e milioni di altri “contenuti” da tutto il mondo. La società ha anche affermato di aver riscontrato “picchi di coinvolgimento falso” nelle ultime settimane. “Dal 7 ottobre, abbiamo rimosso più di 24 milioni di account falsi a livello globale e più di mezzo milione di commenti bot su contenuti con hashtag relativi al conflitto.”
Numeri incredibili per una piattaforma di livello mondiale
I nuovi dettagli sui numeri legati alla situazione Israele – Hamas arrivano mentre TikTok ha dovuto affrontare un controllo crescente su come la sua app consiglia contenuti relativi al conflitto in corso. Secondo NBC News, alcuni legislatori hanno recentemente intensificato le loro richieste affinché l’app venga vietata a causa delle accuse secondo cui l’algoritmo di TikTok sta promuovendo in modo sproporzionato contenuti filo-palestinesi. Nel suo aggiornamento, TikTok ha affermato che tali affermazioni si basavano su “un’analisi errata” dei suoi dati.
“Sfortunatamente, alcuni commentatori disinformati hanno descritto in modo errato il nostro lavoro per prevenire la diffusione di discorsi di odio e di disinformazione sulla crisi in Israele e Gaza, soprattutto per quanto riguarda l’antisemitismo”, ha affermato la società. “Negli ultimi giorni, c’è stata un’analisi errata dei dati degli hashtag di TikTok sul conflitto, inducendo alcuni commentatori a insinuare falsamente che TikTok stia spingendo i contenuti pro-Palestina rispetto ai contenuti pro-Israele verso gli utenti statunitensi”. La società ha aggiunto che, negli Stati Uniti, l’hashtag #standwithisrael è stato visto 46 milioni di volte dal 7 ottobre, mentre #standwithpalestine è stato visto 29 milioni di volte.
TikTok non è l’unica piattaforma ad affrontare un controllo crescente sulle sue politiche di moderazione poiché le tensioni legate al conflitto si riversano sulle piattaforme dei social media. Meta ha dovuto affrontare l’accusa di aver “bannato silenziosamente” gli account Instagram che pubblicavano informazioni sulle condizioni all’interno di Gaza, cosa che ha attribuito a un “bug”. X, precedentemente noto come Twitter, è invece alle prese con un’indagine dell’Unione Europea sulla gestione della disinformazione relativa al conflitto.