Questa settimana è emersa la notizia che Google aveva “accantonato” il suo progetto di smartglass Iris all’inizio dell’anno dedicato alla realtà aumentata. Questo è stato inquadrato come una necessità in seguito a licenziamenti, rimpasti e alla partenza del capo AR / VR di Google.
Anche quando il progetto era attivo e funzionante, “i leader di Google hanno continuato a cambiare la strategia per gli occhiali Iris mentre erano in fase di sviluppo, il che ha portato il team a ruotare continuamente, frustrando molti dipendenti“.
L’attenzione di Google in questo momento è descritta come “Android per AR“, un modello in base al quale costruisce il sistema operativo per la realtà aumentata e il software anziché l’hardware. Sembra molto simile all’attuale modello Android-OEM per telefoni e tablet, che ovviamente ha successo.
Sfrutta i punti di forza del team Android nello sviluppo e nella manutenzione del software utilizzato da miliardi, consentendo al tempo stesso vantaggi per i partner. Il visore inaugurale di Samsung presumibilmente sfrutta l’esperienza di visualizzazione e produzione su larga scala, mentre Qualcomm è da diverse generazioni nei chipset AR/VR/XR.
Nel frattempo, le app Google per la realtà aumentata sono molto ben posizionate per gli occhiali intelligenti. Google Lens potrebbe benissimo essere l’Assistente che usi su quel fattore di forma, mentre l’utilità di Live View per le indicazioni stradali e il wayfinding parla da sé.
Se per il bene dell’esperienza software il team Android dovrebbe esercitare un controllo maggiore rispetto a telefoni e tablet, questo farebbe venire meno la privacy e l’apertura del sistema operativo open source.
Un accordo simile a Google TV in cui gli OEM non possono modificare notevolmente la schermata iniziale dovrebbe essere la via scelta. Siamo sicuri che Samsung vorrà dare il suo tocco all’interfaccia utente, ma si spera che Google possa negoziare un compromesso lì.
Detto questo, se Google ha cancellato Iris perché sta andando all-in nel modello Android-OEM, abbiamo preoccupazioni per la divisione hardware. Non crediamo sia un’iperbole affermare che gli occhiali AR sono il futuro: è l’unico fattore di forma che può realisticamente sostituire gli smartphone come dispositivo informatico principale per la maggior parte delle persone.
In effetti, può anche sostituire il laptop con schermi e tastiere infiniti fluttuanti, mentre la possibilità di vedere le informazioni sovrapposte nel mondo reale porterà a casi d’uso rivoluzionari per i quali la disponibilità di Google è ben posizionata.
Con tutto in gioco, ti aspetteresti che Google stia lavorando a questo in modo sostenuto, come Apple e Meta, anche se non sarà pronto per diversi anni.
Mi è sembrato anche che gli smartglass fossero l’opportunità di Google per rompere il modello OEM ed essere il primo a fare qualcosa interamente in-house e end-to-end.
Prima dell’annullamento, quello sembrava davvero essere il piano, tra l’acquisizione di North da parte di Google nel 2020 e l’I/O 2022 che si concludeva con Google che affermava il proprio interesse per l’AR, sfoggiando un paio di occhiali per la traduzione.