Le grandi aziende che operano nel settore degli smartphone (anche note come Big Tech) hanno diverse strategie di business, a seconda del tipo di prodotto o servizio che offrono e del modello di monetizzazione che adottano. In generale, possiamo distinguere due categorie principali di aziende: quelle che guadagnano principalmente dalla pubblicità e quelle che guadagnano principalmente dalla vendita di prodotti e/o servizi.
Le Big Tech che generano profitti raccogliendo dati sulle persone
La prima categoria comprende aziende come Google e Facebook (ora Meta), che offrono applicazioni o servizi gratuiti per gli smartphone, ma che generano la maggior parte dei loro ricavi dalla pubblicità online. Queste aziende raccolgono una grande quantità di dati personali dagli utenti, sia direttamente che indirettamente, e li usano per creare profili dettagliati delle loro preferenze, interessi, comportamenti e abitudini di consumo. Questi profili vengono poi utilizzati per mostrare agli utenti annunci pubblicitari mirati e personalizzati, sia sulle proprie piattaforme che su quelle dei partner.
Ad esempio, secondo i dati del 2022, Google ha generato il 70% dei suoi ricavi dalla pubblicità delle proprie piattaforme (come YouTube, Gmail, Google Maps, Google Play ecc.) e il 13.3% dalla pubblicità dei partner (come i siti web che usano Google Adsense o Google Ad Manager). Facebook (Meta) ha generato il 97.9% dei suoi ricavi dalla pubblicità delle proprie piattaforme (come Facebook, Instagram, WhatsApp, Messenger ecc.) e il 2.1% da altri servizi (come le vendite online su Marketplace o le commissioni su Oculus).
Queste Big Tech hanno anche altre fonti di guadagno minori, come la vendita di prodotti online (come i dispositivi Google Pixel o i visori Oculus), la fornitura di servizi a pagamento (come YouTube Premium o Facebook Dating) o la fornitura di servizi cloud (come Google Cloud Platform o Facebook Cloud).
Le Big Tech che generano profitti vendendo smartphone e servizi
La seconda categoria comprende aziende come Apple, che offrono prodotti e/o servizi a pagamento per gli smartphone, ma che generano la maggior parte dei loro ricavi dalla vendita diretta di questi prodotti e/o servizi. Queste aziende hanno generalmente meno interesse a raccogliere e usare i dati personali degli utenti per scopi pubblicitari, ma possono comunque raccogliere alcuni dati personali dalle loro app o dai loro dispositivi per scopi funzionali o di miglioramento del servizio.
Ad esempio, secondo i dati del 2022, Apple ha generato il 54.7% dei suoi ricavi dalla vendita di prodotti (come iPhone, iPad, Mac, Apple Watch ecc.) e il 21.6% dalla vendita di servizi (come Apple Music, iCloud, Apple TV+ ecc.). Apple ha anche altre fonti di guadagno minori, come le commissioni sulle vendite degli sviluppatori sull’App Store o le licenze sui brevetti.
Attenzione ai servizi gratis: se non lo paghi, sei tu il prodotto
In conclusione, le grandi aziende che operano nel settore degli smartphone hanno diverse strategie di business e diverse fonti di guadagno. Tuttavia, possiamo notare una differenza sostanziale tra le aziende che guadagnano principalmente dalla pubblicità e quelle che guadagnano principalmente dalla vendita di prodotti e/o servizi. Questa differenza può avere implicazioni importanti per la privacy degli utenti e per la concorrenza nel mercato.