Molto spesso si sente dire che le grosse aziende videoludiche come Sony, Microsoft e Nintendo non realizzano alcun profitto dalla vendita di console in quanto è solo un mezzo per far crescere il bacino di utenti e quindi vendere più giochi. Da un punto di vista economico questo è vero ma l’avvento dello smartphone ha un po’ cambiato le carte in tavola dell’industria del gaming.
Nè Sony, nè Microsoft e nemmeno Nintendo hanno un proprio business legato alla vendita di smartphone. Nessuna delle tre può contare su un sistema operativo mobile con miliardi di utenti. Dal 2007, anno in cui Apple ha lanciato il primo iPhone, c’è stato un cambiamento epocale nell’industria videoludica che ha tolto la classica console da gaming dal piedistallo e l’ha sostituita con lo smartphone.
I Big dei videogames non si arrendono a puntano sul cloud gaming
Seppur la qualità grafica e delle immagini resta ancora appannaggio di PC e console, sono i giochi per lo smartphone che generano il maggior numero di ricavi.
Il cloud gaming è il sistema che fa da legante fra industria videoludica delle console e dei PC con quella degli smartphone. Si tratta di un metodo per giocare ai videogiochi tradizionali realizzati per PC utilizzando server remoti nei data center.
Non è necessario scaricare e installare giochi su PC o console. Invece, i servizi di streaming richiedono una connessione Internet affidabile per inviare informazioni di gioco a un’app o a un browser installato sul dispositivo ricevente. Il gioco viene renderizzato e riprodotto sul server remoto, ma puoi vedere e interagire con tutto localmente sul tuo dispositivo.
Sul lato cloud, essenzialmente hai accesso a un PC da gioco in un data center. Tuttavia, ogni servizio gestisce i propri server in modo leggermente diverso. Il servizio di gioco Shadow Cloud, ad esempio, ti dà accesso a un computer Windows 10 completo nel cloud, mentre Xbox Cloud Gaming di Microsoft utilizza fondamentalmente una serie di console Xbox Series X inserite in un server rack.
Indipendentemente dalla configurazione, stai prendendo in prestito una piccola quantità di potenza di calcolo da quello che è essenzialmente un supercomputer. I server gestiscono il rendering del gioco mentre ti inviano un flusso video del risultato finale. La chiave in questo sistema è l’input del giocatore. I giochi si aggiornano in base a ciò che sta facendo il giocatore e, per questo motivo, i servizi di cloud gaming hanno bisogno di una strada dati a doppio senso. I tuoi input viaggiano verso il server e il server restituisce un flusso video.
Questa richiesta di potenza di elaborazione limitata rende il cloud gaming un terreno molto fertile per gli smartphone.
I pericoli e le limitazioni del cloud gaming su smartphone
Ma tutto ciò che coinvolge Internet è potenzialmente un pericolo per la sicurezza informatica. Allo stesso modo, utilizzando il geoblocking IP, le aziende possono limitare l’accesso ai propri server (e quindi ai giochi) in base alla località da cui ci si connette.
Chi è più “tecnologico” sa bene come aggirare queste limitazioni e mettersi al sicuro da potenziali pericoli della rete. Tuttavia, chi sono le “persone più tecnologiche?”
Come riportato dalle infografiche di ExpressVPN sul gaming, i Millennial (persone che attualmente hanno tra i 20 e i 40 anni) sono più dediti ai videogiochi rispetto alla generazione Z (adolescenti e ventenni).
Sorpresi? Noi decisamente si. Considerando che la Gen Z è cresciuta in un mondo dove lo smartphone è sempre stato parte integrante della società, ci saremmo aspettati che i questi ultimi fossero più propensi ad utilizzare i videogiochi con regolarità e per periodi di tempo più lunghi.
Secondo il sondaggio di ExpressVPN, i videogiocatori tra i 30 e i 40 anni sono più propensi a giocare ogni giorno, e il 68% di loro ammette di farlo. Per quanto riguarda i ventenni, invece, il 58% dei giocatori gioca ogni giorno.
Inoltre, la generazione Z ha dichiarato di essere meno propensa a giocare di notte, una caratteristica invece più comune tra i giocatori più anziani.
Le abitudini del gaming su smartphone che portano alla dipendenza
I videogames sono un tipo di media che crea molta dipendenza. Passare ore e ore davanti a uno schermo senza nemmeno rendersi conto del tempo che è passato è un chiaro segno di come le cose stiano prendendo una brutta piega.
Molto spesso i giochi, soprattutto quelli pensati per i dispositivi mobile, sono strutturati in maniera tale da invogliare le persone a giocare sempre di più. Ciò è fatto con alcuni meccanismi psicologici integrati nel gioco che portano a un improvviso rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore responsabile delle sensazioni di piacere e soddisfazione.
Si tratta della stessa tecnica utilizzata nelle slot machine, dove la combinazione di luci, suoni e “quasi vincite” portano le persone a voler giocare sempre di più.
Vista la presenza costante dello smartphone nella vita delle persone, non è difficile fare 2+2 e individuare qual è lo strumento tecnologico che fa da apripista in questo genere di statistiche. Il 70% degli intervistati ha dichiarato che il proprio dispositivo di gioco preferito è lo smartphone.
Più di un intervistato su cinque ha dichiarato che vorrebbe passare meno tempo a giocare con i videogiochi, mentre il 5% dei Millennials ha dichiarato di sentirsi dipendente dal gioco, rispetto al 3% della generazione Z.