Android e il modo in cui Google lo gestisce attraverso il Play Store sono destinati a cambiare in alcuni modi significativi in un futuro non troppo lontano a seguito di un’importante sentenza in India. All’inizio di quest’anno, l’India ha confermato una sentenza che avrebbe dovuto spezzare il controllo di Google su Android, con gli obiettivi fissati specificamente sulle app che Google richiedeva ai suoi partner di pre-installare e il controllo dell’azienda sulla distribuzione delle app con il Play Store.
In linea con tale sentenza, Google ha già annunciato modifiche sia ad Android che al Play Store, inclusa un’ampia espansione della “fatturazione scelta dall’utente” a tutte le app e i giochi e all’approvazione di app store di terze parti da poter scaricare dal Play Store.
Ma ora sono emersi nuovi dettagli. Il leaker Kuba Wojciechowski afferma di aver ottenuto un documento che delinea “IMADA”, la versione specifica per l’India dell’accordo di distribuzione di applicazioni mobili firmato dai partner di Google. Questo nuovo accordo è facoltativo e, se utilizzato, limita la vendita di un dispositivo solo in India.
Cosa cambia l’accordo “IMADA”? Forse il cambiamento più grande è la possibilità per i partner Android di dover solo preinstallare il Google Play Store. Questo è un drastico cambiamento rispetto al normale “MADA”, che richiede anche la preinstallazione di Ricerca Google, Chrome, Drive, Gmail, Maps, Foto, YouTube e alcune altre app.
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È ancora richiesto l’installazione dei Google Play Services, che è un dato di fatto per le app distribuite tramite il Play Store. Inoltre, gli OEM non sono più tenuti a includere il widget Ricerca Google nella schermata iniziale, oltre a eliminare la necessità di Play Store e altri collegamenti alle app di Google nella schermata principale per impostazione predefinita.
Questo nuovo accordo aggiunge anche un passaggio alla configurazione che richiederà agli utenti di scegliere un motore di ricerca predefinito durante la configurazione, ma solo per i dispositivi che scelgono di includere ancora l’app Ricerca Google. Questo è identico alla pagina di configurazione che gli utenti vedono nell’Unione Europea.
È interessante notare che Google sta anche istituendo ‘”Indian Placement Agreement”, che paga le aziende per preinstallare una qualsiasi delle 11 app Google principali e posizionarle sulla schermata iniziale per impostazione predefinita. I pagamenti non sono menzionati, però.
Data la sentenza in vigore, questi sembrano compromessi ragionevoli da parte di Google e sarà sicuramente interessante vedere se idee simili si faranno strada in altre parti del globo.