Nell’ambito di un programma che potrebbe avere conseguenze di vasta portata per il settore tecnologico, Google sta lanciando un progetto pilota per testare i sistemi di fatturazione di terze parti in Android (Play Store) e nel suo più ampio ecosistema. La società ha annunciato che prevede di condurre il programma pilota legato al Play Store con una manciata di sviluppatori partecipanti, a partire in particolare da Spotify.
Ricordiamo che ad oggi solo una manciata di mercati hanno imposto a Google di offrire un’alternativa al proprio sistema di pagamento. Adesso però la società prevede di offrire la possibilità a livello internazionale.
A partire dalla fine dell’anno, gli utenti di Spotify che hanno scaricato l’app dell’azienda tramite il Play Store avranno la possibilità di pagare un abbonamento Premium a scelta tra il sistema di fatturazione di Google oppure quello di Spotify.
Spotify ha affermato che inizierà a collaborare con Google su tale funzionalità nei prossimi mesi, con il lavoro che coinvolgerà i team di prodotto e ingegneri di entrambe le società.
“Le app mobili hanno trasformato le nostre vite. Siamo onorati del ruolo che Google Play ha giocato negli ultimi 10 anni in questa trasformazione globale. Non saremmo qui se non fosse per la stretta collaborazione con i nostri sviluppatori. Recentemente è emersa una discussione sulla scelta di fatturazione all’interno degli app store. Accogliamo con favore questa conversazione e oggi vogliamo condividere un entusiasmante programma pilota su cui stiamo lavorando in collaborazione con gli sviluppatori del Play Store” spiega Google con un post sul suo blog.
“Abbiamo costruito il sistema di fatturazione di Google Play secondo i più alti standard di privacy e sicurezza, in modo che gli utenti possano essere sicuri che i loro dati di pagamento sensibili non siano a rischio quando fanno acquisti in-app. Pensiamo che gli utenti debbano continuare ad avere la possibilità di utilizzare il sistema di fatturazione di Google Play quando installano un’app ma pensiamo anche che sia fondamentale che i sistemi di fatturazione alternativi soddisfino standard di sicurezza altrettanto elevati nel proteggere i dati personali degli utenti e le informazioni finanziarie sensibili. Sulla base del nostro recente annuncio, ovvero della possibilità di avere un sistema di fatturazione aggiuntivo affiancato alla fatturazione di Play per gli utenti in Corea del Sud, annunciamo oggi che esploreremo la fatturazione a scelta dell’utente anche in altri paesi selezionati.”
Facciamo presente che nelle dichiarazioni non si fa mai riferimento alla parola “commissione”, il che ci porta a pensare che comunque Google riceverà una fetta anche dalle transazioni effettuate con sistemi di pagamenti terzi.