Android è presente sulla quasi totalità degli smartphone e su molti altri dispositivi. Ma come ha fatto a diventare il sistema operativo più utilizzato al mondo quando colossi come Apple e il suo iOS, Microsoft e il suo Windows (che di recente ha adottato Android in lungo e in largo sia su smartphone che su desktop) e BlackBerry e il suo BlackBerry OS dominavano la scena?
Per capire bene il perché di questo successo, è bene tornare agli albori. Nell’ottobre 2003 Andy Rubin, Rich Miner, Nick Sears e Chris White fondarono una società, l’Android Inc., per lo sviluppo di quello che Rubin definì “…dispositivi cellulari più consapevoli della posizione e delle preferenze del loro proprietario“. L’OS ancora grezzo affondava le radici nel kernel Linux, in modo tale da non dover partire da zero nello sviluppo.
Android diventa open source
In quelli stessi anni in Apple prendeva vita il progetto iPhone e, parallelamente, il progetto iPhone OS (in futuro chiamato iOS). Seppur il progetto fosse molto segreto, nell’ambiente hi-tech si respirava aria di cambiamento e in molti pensavano che i telefoni cellulari, grazie alla miniaturizzazione dell’hardware, sarebbero diventati i personal computer del futuro. Andy Rubin e Sergey Brin, fondatori di Google, erano di questo stesso avviso, tanto che il 17 agosto 2005 Google LLC acquisì l’azienda, in vista del fatto che la società di Mountain View desiderava entrare nel mercato della telefonia mobile.
Considerando che Google all’epoca opera solo nel campo dei motori di ricerca e le uniche entrate erano quelle legate alla vendita di spazi pubblicitari (cosa che rappresenta ancora il core business dell’azienda), i due ebbero l’eccezionale intuizione di rendere il progetto Android open source con la speranza di farlo diffondere il più possibile. Allo stesso tempo, fare accordi con i vari produttori che avrebbero usato Android per pre-installare Google come motore di ricerca (e in futuro altre app come YouTube e Maps), dando all’azienda l’accesso a milioni di utenti.
Questa scelta era totalmente in contrasto con il business model di Apple, Microsoft e BlackBerry che hanno fatto del closed source uno dei cavalli di battaglia.
È stata proprio l’intuizione di rendere Android open source e consentirne la rapida diffusione, tanto che ad oggi rappresenta oltre il 32% del totale dei sistemi operativi e, focalizzandoci solo in ambito smartphone, quasi il 70%.