Google ha lanciato un nuovo sistema di allarme e rilevamento dei terremoti che sfrutta il vasto numero di dispositivi Android in circolazione e ora ciò è destinato ad espandersi in più mercati dopo essere arrivato in Nuova Zelanda e Grecia all’inizio di quest’anno. A partire da oggi, il sistema Android Earthquake Alerts è disponibile in altri sette mercati: Turchia, Filippine, Kazakistan, Repubblica del Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Inoltre, Google promette che “la maggior parte dei Paesi” lo otterrà entro il 2022.
L’implementazione di questa funzione è un po’ complicata da discutere perché Google ne ha due versioni: avvisi di terremoti basati su dati di terze parti e avvisi basati su dati di crowdsourcing raccolti da telefoni Android in un’area. L’annuncio di oggi riguarda l’ultima versione (decisamente più interessante).
Questo sistema sfrutta la vasta rete di telefoni Android per raccogliere informazioni, un po’ come Google Maps estrae i dati sul traffico in base al movimento o alla congestione dei dispositivi Android in un’area. In un certo senso, ogni telefono Android è come un minuscolo sismometro, dati tutti i sensori che contiene. Google sfrutta questi dati in blocco per rilevare le prime indicazioni di un terremoto e inviare avvisi a coloro che potrebbero essere colpiti.
Oggi, il sistema Android Earthquake Alerts si espande in Turchia, Filippine, Kazakistan, Repubblica del Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Google promette anche di espandere la funzionalità in modo un po’ più aggressivo di quanto non abbia fatto finora.
C’è da dire che una funzione simile sta venendo testata (con successo) da Xiaomi attraverso i propri smartphone in Cina. Inoltre, il progetto MEGLIO di Open Fiber ha lo scopo di sfruttare la rete in fibra ottica estremamente sensibile per rilevare qualsiasi movimento ondulatorio e sussultorio del terreno.