Scoperto per la prima volta come un progetto segreto nel 2017, Fuchsia OS è nel tempo diventato una sorta di chimera: un nuovo sistema operativo sviluppato da Google e completamente distaccato da Linux che ha impegnato un grosso team di sviluppo e che è stato testato in segreto (anche da Huawei) ma di cui non abbiamo mai avuto un assaggio vero e proprio. Ebbene, a distanza di 4 anni dal primo sviluppo, Fuchsia OS sta finalmente venendo rilasciato al pubblico e il primo dispositivo ad ospitarlo è il Google Nest Hub di prima generazione (per ora solo coloro che hanno aderito al programma di anteprima).
Non c’è alcun post sul blog o alcuna fanfara per celebrare il lancio di Fuchsia OS (nemmeno sul sito web ufficiale del progetto). La conferenza del Google I/O si è tenuta la scorsa settimana e la società non ha menzionato nemmeno una volta il progetto.
Ricordiamo che Fuchsia OS è qualcosa di molto raro nel mondo della tecnologia: è un sistema operativo costruito da zero che non è basato su Linux. Fuchsia utilizza invece un microkernel chiamato “Zircon” che Google ha sviluppato internamente. Creare un sistema operativo interamente da zero e portarlo fino alla produzione sembra un compito difficile, ma Google è riuscita a fare esattamente questo negli ultimi sei anni.
Il principale linguaggio di sviluppo di app di Fuchsia è Flutter, un toolkit per l’interfaccia utente multipiattaforma di Google che funziona perfettamente su Android, iOS e Web, quindi scrivere app Flutter oggi per piattaforme esistenti significa anche scrivere app per i dispositivi Fuchsia OS di domani.
L’aggiornamento del Nest Hub a Fuchsia OS è piuttosto interessante per quanto dovrebbe essere invisibile. Sarà il primo test del supporto dell’app Flutter di Fuchsia rivolto al futuro: l’interfaccia dello smart display di Google è scritta in Flutter, così Google può prendere l’interfaccia esistente, eliminare tutto il codice relativo a CastOS sottostante e inserire lo stesso identico della UI all’interno del nuovo sistema operativo.