Le sanzioni a cui gli USA hanno sottoposto Huawei hanno costretto l’azienda a rivoluzionare per intero il proprio business model, focalizzandosi di meno sul software e le licenze di terze parti e investendo maggiormente sui propri mezzi. HarmonyOS deve essere inteso in questo senso e, insieme agli investimenti nel proprio ecosistema software, nei servizi cloud e nell’integrazione con aziende terze, Huawei sta cominciando a somigliare tanto alla “Google della Cina”.
In questi giorni Huawei ha introdotto alcuni nuovi prodotti legati al cloud computing con lo scopo di entrare in diretta competizione con la cinese Alibaba. In un comunicato stampa diffuso ai media, Huawei ha affermato di volere che il cloud “aumenti in proporzione le entrate rispetto al passato”. Oltre al cloud però ci sono anche le integrazione di terze parti che faranno di HarmonyOS la punta di diamante dell’offerta Huawei.
La scorsa settimana ad esempio Arcfox, produttore automobilistico cinese, ha lanciato un’auto con il sistema di infotainment basato su HarmonyOS di Huawei.
Neil Shah, direttore della ricerca presso Counterpoint Research, ha dichiarato che “Huawei sta raddoppiando gli sforzi nel passaggio a una società di software / cloud e servizi“. Rileva che, a causa alle restrizioni imposte a Huawei dagli Stati Uniti, l’azienda “non è in grado di procurarsi componenti semiconduttori critici e la relativa tecnologia” dagli Stati Uniti. L’attenzione di Huawei si è spostata dall’hardware al software “e con questo sforzo sta diventando come Google“.
Huawei afferma che HarmonyOS può essere utilizzato a bordo di diverse tipologie di dispositivi elettronici, dagli smartphone ai televisori e persino alle automobili. Il responsabile della ricerca di IDC Will Wong afferma: “Il business degli smartphone sta affrontando delle sfide, hanno un’altra piattaforma mobile che è l’auto dove poter utilizzare HarmonyOS. L’auto potrebbe essere una grande piattaforma mobile per far crescere HarmonyOS”.