Era addirittura il 2015 quando si rumoreggiava che Google avesse intenzione di prendere la stessa strada di Apple e sviluppare un SoC proprietario da utilizzare a bordo dei propri smartphone (al tempo c’erano ancora i Nexus, ora ci sono i Pixel). A distanza di 6 anni da tale rumor, sembra che effettivamente ci sia qualcosa di concreto con il Google Pixel 6 (e forse anche il Pixel 5a) che dovrebbe abbandonare i chip Qualcomm per affidarsi a un SoC proprietario.
Google Pixel 6 e un SoC proprietario per una super ottimizzazione di Android
Google lavora sul proprio chipset personalizzato con il nome in codice Whitechapel almeno dalla scorsa primavera. Si dice che Whitechapel sia un chipset ARM alimentato da una CPU octa core (2x core A78, 2x core A76 e 4x core A55) abbinata a una GPU ARM Mali standard basata sull’architettura inedita “borr”.
Secondo quanto riferito nelle scorse ore, Google ha chiesto aiuto a Samsung per la progettazione del chip e per la sua realizzazione sfruttando il nodo 5LPE dell’azienda.
Secondo le ultime informazioni, il nuovo SoC dovrebbe esordire a bordo di Google Pixel 6, smartphone che è stato esplicitamente collegato a una piattaforma hardware con nome in codice Slider, dove questo nuovo chip prende il nome GS101. Sono stati anche individuati ulteriori segni della collaborazione con Samsung nello sviluppo del chip e potrebbe persino utilizzare alcuni componenti software tipici dei modelli Exynos.
Data la solita differenza di prestazioni tra i chip Exynos e i chipset Snapdragon di Qualcomm (differenza che è stata limitata nell’ultimo anno), speriamo che vi sia un ottimo rapporto fra prestazioni ed efficienza energetica.
Due nomi in codice sono anche associati alla piattaforma Slider (Raven e Oriole), che sono stati entrambi collegati ai prossimi dispositivi Pixel, probabilmente Pixel 6 e Pixel 5a precedentemente trapelati.
Ottimizzazione hardware-software “a là iPhone” anche nell’universo Android?
Molti sperano (finora senza alcuna prova) che i chipset personalizzati come Whitechapel possano portare prestazioni a livello di iPhone nello spazio Android.
D’altronde, in qualità di principale sviluppatore di Android, Google è in grado di estrarre il meglio dal sistema operativo e potenzialmente creare un chip che funzioni perfettamente con il suo hardware.
Non ci sono garanzie, soprattutto considerando il coinvolgimento di Samsung, le sue prestazioni con i chip Exynos e il fatto che finora non abbiamo sentito parlare di Google che ha lanciato un’architettura personalizzata come fa Apple, ma questa potrebbe comunque essere un’ottima cosa, se non per prestazioni simili a iPhone, almeno per ampliare la concorrenza nel settore dei chipset fino ad ora dominato da Qualcomm.