Per sei mesi c’è stata un’enorme tempesta sulle piattaforme degli store digitali di app, sui soldi che guadagnano e su chi può mantenerne la quantità. Tutto è venuto al culmine quando Epic ha sfidato Apple e Google a cacciare Fortnite dall’App Store e dal Play Store per aggirare la solita divisione delle entrate degli acquisti in-app.
Per farla breve: Apple e Google non permettono a nessuno di eseguire transazioni su app e giochi presenti sui rispettivi store senza passare dai propri sistemi di pagamento, dai quali trattengono una quota del 30%. Ma la ricaduta sta interessando altre parti del settore.
A novembre, di fronte a un maggiore controllo normativo e all’attenzione del pubblico sulla lotta contro Fortnite, Apple ha annunciato “l’App Store Small Business Program“, grazie al quale qualsiasi sviluppatore che guadagna meno di 1 milione di dollari all’anno dall’App Store avrà una ripartizione speciale degli introiti: 85% (Apple ne prende il 15%) contro il 70% standard.
Nelle scorse ore Google ha annunciato più o meno la stessa cosa per il Play Store. In un post sul blog degli sviluppatori Android, il vicepresidente di Google per la gestione dei progetti, Sameer Samat, ha affermato che Google taglierà la percentuale di ripartizione delle entrate al 15% sul primo milione di dollari guadagnato per ogni sviluppatore, ogni anno.
Si tratta di un cambiamento universale: quando gli sviluppatori superano il limite di 1 milione di dollari, non dovranno pagare un ulteriore 15% per i loro primi ricavi dell’anno. I soldi guadagnati in eccesso di 1 milione di dollari otterranno il vecchio “taglio” del 30%. La modifica entrerà in vigore a partire dal 1° luglio e si applicherà a “beni o servizi digitali”, quindi presumibilmente include cose come acquisti in-app e costi di abbonamento.
Google afferma che il 99% degli sviluppatori di app rientrerà nella fascia inferiore a 1 milione di dollari.
Vale la pena sottolineare un aspetto: sebbene ci siano così tanti sviluppatori sul Play Store (e questo è un enorme vantaggio in termini di numero di persone interessate), non significa che Google stia subendo un enorme danno in termini di entrate totali. Sull’App Store di Apple, il 98% degli sviluppatori che si è qualificato per un tasso di quota di compartecipazione alle entrate inferiore era responsabile di meno del 5% delle entrate totali raccolte da Apple, come determinato dalla società di analisi Sensor.
Supponendo una divisione più o meno simile sul lato Android, ciò significherebbe che 95 dollari su 100 raccolti da Google non saranno interessati da questo cambiamento.