Brave è un browser web per desktop e mobile basato su Chromium che sta ottenendo sempre più successo per la sua combinazione di trasparenza, sicurezza e privacy. L’ultima mossa di Brave è l’acquisizione di Tailcat, un piccolo motore di ricerca open source che verrà ribattezzato Brave Search.
Il post introduttivo di Brave Search elenca una serie di principi, incentrati sulla privacy, sulla mancanza di pubblicità mirata e sulla trasparenza dell’algoritmo. Quest’ultimo è cruciale, in contrasto con la scatola nera che è l’algoritmo di ricerca di Google e con i collegamenti problematici che ha con la pubblicità e gli altri servizi dell’azienda.
Il team di ricerca ha pubblicato un documento accademico (PDF) che delinea i suoi obiettivi. Includono un sistema di filtri complessi chiamati “Goggles” forniti da fonti indipendenti, sia aziendali che private. In sostanza, gli utenti sarebbero in grado di scegliere tra una varietà di modificatori che cambierebbero il modo in cui l’algoritmo classifica i contenuti, vedendo il funzionamento dietro le quinte ad ogni passo.
Altre caratteristiche del prossimo motore di ricerca includono un’opzione per usufruirne a pagamento senza pubblicità, accesso aperto al motore per altre piattaforme e, naturalmente, una profonda integrazione con il browser Brave stesso.
Le parti più interessanti di Brave Search non esistono ancora e, ad oggi, nemmeno Tailcat funziona. In questo momento Brave offre una pagina di registrazione e una lista d’attesa. Non c’è alcuna indicazione di quando Brave Search sarà disponibile, né con capacità limitata né al pubblico.
Quello che appare certo è che Google rimane e rimarrà anche dopo il motore di ricerca più popolare al mondo con oltre il 90% di market share in alcune aree (in Europa Brave Search sfiderà anche DuckDuckGo, la scelta più popolare alternativa a Google).