Sebbene ripetiamo ogni volta che ogni caduta fa storia a sé, è interessante sapere come se la cavano gli smartphone in caso di caduta da una certa altezza, approssimando il più possibile un metodo scientifico. A questo proposito, l’intera serie di smartphone Samsung Galaxy S21 è stata sottoposta a un “drop test scientifico”.
L’anno scorso, un numero significativo di proprietari di smartphone della serie Galaxy S20 non è stato contento di scoprire che il vetro che copre le loro fotocamere posteriori si è distrutto senza troppa fatica. Quest’anno, i modelli Galaxy S21 sono dotati di un alloggiamento rinforzato in metallo e cover individuali più piccole con il nuovo Gorilla Glass Victor di Corning. Di contro, però, la scocca posteriore è in plastica per il modello base S21.
Detto ciò, l’azienda di assicurazioni americana Allstate Protection Plans ha acquistato un Samsung Galaxy S21, Galaxy S21 + e Galaxy S21 Ultra e ha eseguito dei “drop test scientifici” con cadute controllate meccanicamente sulle superfici anteriore e posteriore di ciascun dispositivo da un’altezza di 1,8 metri.
Il disastro arriva come previsto ad ogni caduta, ma il danno è stato quanto più elevato quanto più grandi erano gli smartphone. In particolare, lo schermo del Samsung Galaxy S21, con una diagonale da 6,2″, ha subito molti graffi e crepe con macchie di vetro irregolare. Tuttavia, i pannelli di S21+ e S21 Ultra rispettivamente da 6,7″ e 6,8″ si sono scheggiati in maniera decisamente più consistente.
Lo stesso risultato si è avuto sul lato posteriore, ma con maggiore disparità: la superficie in policarbonato dell’S21 viene graffiata mentre le crêpe dipingono l’intera scocca in vetro sui modelli più grandi.
Insomma, Samsung è stata criticata a più non posso per aver usato della plastica su uno smartphone top di gamma come il Galaxy S21 come scusa per tagliare i costi di produzione ma, se sul fronte della qualità in mano forse le critiche sono giustificate, sul fronte della resistenza alle cadute non si può dire decisamente nulla.