L’intenzione di acquisire una grande azienda come Fitbit, che ha fra le mani tra l’altro una grande quantità di dati sensibili legati alla salute degli utenti, si è complicata ulteriormente per Google. Dopo infatti aver annunciato il raggiungimento di un accordo con la dirigenza di Fitbit e dopo aver convinto la UE ad approvare il tutto (non senza alcune concessioni in merito a come verranno usati i dati), il colosso di Mountain View se la deve vedere adesso anche con il governo australiano.
L’Australia ha infatti minacciato Google con una multa di 400 milioni di dollari se la fusione andrà avanti senza l’approvazione della Australian Competition and Consumer Commission.
L’ACCC ha rifiutato un’offerta di Google che avrebbe legalmente vincolato l’azienda a limitare il modo in cui utilizza i dati sanitari generati dai 27 milioni di utenti dei dispositivi indossabili Fitbit. Invece di accettare i termini di Google, il gruppo continuerà la propria indagine prima di giungere a una conclusione. Questa decisione dovrebbe essere presa entro il 25 marzo.
Se Google andrà avanti con la fusione prima di ricevere l’approvazione dell’ACCC, il presidente Rod Sims ha affermato che il gruppo prenderebbe in considerazione un’azione legale che potrebbe comportare multe di circa 400 milioni di dollari per Google.
Con questa notizia, l’Australia si unisce agli Stati Uniti nel rimanere indecisa sulla fusione, esprimendo preoccupazione per la capacità e l’incentivo di Google a danneggiare la concorrenza se le fosse permesso di prendere Fitbit sotto la sua ala. Da parte sua, Google ha affermato che la società è rimasta delusa dal ritardo, ma continuerà a impegnarsi con l’ACCC per rispondere alle domande sull’accordo.
Insomma, la tempistica di vedere uno smartwatch Google con l’anima di Fitbit si allunga ancora di più e molto probabilmente faremo prima in tempo a vedere presentato il OnePlus Watch.