Lo scorso novembre Google annunciò l’intenzione di acquisire Fitbit per un prezzo di 2,1 miliardi di dollari. Seppur all’apparenza a beneficiarne maggiormente sarebbero stati gli utenti, con una maggiore selezione di smartwatch e smartband, fu subito chiaro che a Google potevano interessare maggiormente i dati medici e fisici raccolti sugli utenti che la divisione hardware e software in sé. Per questa ragione, la UE ha sospeso l’acquisizione previa un’accurata indagine da parte dell’Antitrust.
A questo punto, l’acquisizione è ancora in attesa di approvazione normativa ma, secondo un rapporto di Reuters, l’acquisto da 2,1 miliardi di dollari riceverà l’approvazione antitrust dell’UE a breve.
La privacy dei dati degli utenti rimane una grande preoccupazione e il rapporto afferma che Google ha offerto di limitare l’uso dei dati Fitbit per gli annunci Google monitorando più diligentemente il processo di raccolta. “Stiamo anche formalizzando il nostro impegno di lunga data per supportare altri produttori di dispositivi indossabili su Android e per continuare a consentire agli utenti Fitbit di connettersi a servizi di terze parti tramite API, se lo desiderano“, conferma Google in una dichiarazione.
La Commissione deve ora indagare ulteriormente sul feedback della concorrenza e dei consumatori prima di decidere se concedere la propria approvazione o richiedere ulteriori concessioni rispetto a quanto Google ha presentato. La Commissione dovrebbe prendere una decisione prima del 23 dicembre.
L’acquisizione di Fitbit da parte di Google mostra l’interesse dell’azienda a concentrarsi ulteriormente sull’aspetto indossabile di Android: Wear OS. Potremmo vedere Wear OS subire un restyling completo o persino la realizzazione, dopo diversi tentativi infruttuosi che non sono arrivati mai oltre la fase prototipale, di uno smartwatch “Made by Google”.
Pur essendo l’unico sistema operativo aperto a tutti i produttori, Wear OS si trova dietro concorrenti come Apple, Samsung, Huawei e altri fitness tracker a basso costo di produttori come Xiaomi. Se l’acquisizione procederà senza intoppi, potremmo vedere Google finalmente mettere in campo il proprio asso nella manica per sfidare la concorrenza.