In quella che sembra una mossa per essere presa in considerazione nella decisione di creare uno standard condiviso per la smart home da parte di Google, Amazon, IKEA e diverse altre aziende (Project Connected Home over IP), Silicon Labs ha deciso di rendere open source, a partire dal 2020, il protocollo Z-Wave.
Z-Wave è attualmente uno standard proprietario di proprietà di Silicon Labs. La società è l’unico produttore di chip e gestisce la Z-Wave Alliance, che è responsabile della certificazione e della compatibilità prima che i prodotti possano essere venduti.
La natura proprietaria della strategia di certificazione e produzione è stata per lungo tempo un punto controverso attorno a Z-Wave. Spesso è più costoso da integrare rispetto a concorrenti come Zigbee e non è popolare tra i fornitori di sicurezza poiché non possono cambiare fornitore se Silicon Labs non fosse più un’opzione o decidesse di alzare i prezzi.
L’annuncio di oggi affronta queste preoccupazioni con due cambiamenti che avverranno nella seconda metà del 2020. In primo luogo, Silicon Labs trasformerà la Z-Wave Alliance in un’organizzazione separata per agire più come un organismo di standard tradizionale che supervisionerà la crescita continuando nel contempo il ruolo di certificatore dei prodotto. Insieme a questo, la stessa Z-Wave sarà aperta per consentire alle aziende di sviluppare chip di propria iniziativa.
Oltre che un tentativo di essere presa in considerazione, si tratta anche di un modo per cercare di rimanere in ballo nel mercato della smart home sempre più ricco di concorrenti interessati. Di fatto, perché le aziende dovrebbero usare il protocollo Z-Wave dietro il pagamento di royalties quando possono decidere di utilizzare il ben più comune Bluetooth oppure il protocollo Zigbee?