Un po’ come tutti gli smartphone di fascia alta, i ragazzi di iFixit si sono procurati un Google Pixel 4 XL ed hanno svolto tutti i loro classici test per verificare sia la maniera in cui sono state disposte le componenti interne sia il grado di riparabilità dello smartphone.
Aprire uno smartphone resistente all’acqua con certificazione IP68 con vetro sia sul davanti che sul retro è di solito un compito scoraggiante e difficile a causa delle copiose quantità di colla usata, così come un mucchio di cavi e circuiti vicini l’uno all’altro. Sfortunatamente per coloro che hanno acquistato un Google Pixel 4 XL, il trend continua.
Una volta aperta la scocca, ci si trova di fronte a una quantità di componenti superiore rispetto a quelli del Pixel 3 XL: una fotocamera posteriore aggiuntiva, hardware di riconoscimento facciale a infrarossi e il chip radar Soli che alimenta il Motion Sense.
Non sorprende che il team iFixit abbia dato i soliti giudizi negativi: forte adesivo posteriore, cavi corti e delicati che possono essere facilmente tagliati durante lo smontaggio e la scheda madre che deve essere rimossa prima di ottenere l’accesso al display AMOLED a 90 Hz (curiosamente prodotto da Samsung, che non ha ancora rilasciato alcuno smartphone con schermo a 90 Hz).
L’anno scorso il Pixel 3 XL ottenne un risultato di 3 su 10, il che significa che non sono semplici le riparazioni fai da te. Al Google Pixel 4 XL, iFixit ha assegnato lo stesso punteggio di 4 su 10.
Per guardare l’intera sequenza del teardown del Google Pixel 4 XL, vi rimandiamo alla pagina ufficiale sul sito di iFixit.